Falstaff, l'esoterico

L'esoterismo della scena delle fate guida la mano di Roberto De Simone nel secondo Falstaff della sua carriera, andato in scena al teatro Piccinni per la Fondazione Petruzzelli. Sebbene lontana da una concezione filologica del testo, l'idea registica tiene. Non altrettanto la parte musicale, con una prova deludente del basso Ruggero Raimondi nel ruolo di Falstaff.

Recensione
classica
Teatro Piccinni Bari
Giuseppe Verdi
15 Gennaio 2008
Ci potrebbero essere le streghe di "Macbeth", anziché "Le allegre comari di Windsor" alla base del "Falstaff" che Roberto De Simone ha diretto per la Fondazione Petruzzelli e Teatri di Bari. Streghe di bianco vestite che, roteando come dervisci, coprono sui ritmi di una tarantella scura i cambi di scena a vista dei tre atti; oppure parche che tessono il filo dell'esistenza e della fortuna umana mentre le "comari" mettono a punto la vendetta verso Sir John; o ancora creature generate dalle deformazioni della gelosia di Ford-Fontana ("E' sogno o realtà?") che raggelano, mozartianamente, l'atmosfera. De Simone è un maestro del teatro e la sua trovata incuriosisce e funziona. Almeno due i riferimenti forti a Shakespeare: la pedana circolare di legno sul quale tutto si svolge (le scene sono di Nicola Rubertelli) è il palcoscenico di un ipotetico Globe Theatre, mentre i francesismi di Cajus (Luca Casalin) sono un omaggio alle origini letterarie del personaggio. Infine i costumi, molto belli di Zaira De Vincentiis, ispirati dai disegni di Johann Heinrich Füssli, celebre illustratore delle opere di Shakespeare di fine Settecento. Non così bene sul piano musicale. Per il direttore, Sebastian Lang-Lessing, non è stato solo una banale questione di metronomo. Nonostante gli stacchi giusti, è mancato il ritmo in entrambe le burle ai danni di Falstaff. Così quando questi, nel finale, passa dal faceto al serio ("Un poco di pausa. Sono stanco"), è come se nulla sia successo. Deludente l'interpretazione di Ruggero Raimondi e spesso debole il contributo dell'intera sezione femminile (tranne Elisabetta Fiorillo, Mrs Quickly), vittima delle influenze di stagione come Antonio Gandia (Fenton). Bene invece Luca Salsi (Ford), l'unico a conquistare applausi a scena aperta.

Interpreti: Ruggero Raimondi, Paoletta Marrocu, Luca Salsi, Elisabetta Fiorillo, Antonio Gandia, Roberta Canzian, Luca Casalin, Stefano Pisani, Antonio De Gobbi, Marianna Cappellani

Regia: Roberto De Simone

Scene: Nicola Rubertelli

Costumi: Zaira De Vincentis

Orchestra: Orchestra Sinfonica della Provincia di Bari

Direttore: Sebastian Lang?Lessing

Coro: Coro della Fondazione Petruzzelli

Maestro Coro: Franco Sebastiani

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