Erotismo e morte al balcone

Recensione
classica
Festival d'Aix-en-Provence Aix-en-Provence
Peter Eötvös
05 Luglio 2002
Nel cortile dell'antico palazzo dei vescovi di Aix, trasformato in un teatro all'aperto (ma dotato di un'ottima acustica), è stata messa in scena la nuova, attesissima opera di Peter Eötvös, commissionata proprio dal Festival di Aix-en-Provence. Le Balcon è un'opera in dieci quadri su libretto di Françoise Morvan tratto dall'omonima pièce di Jean Genet. Pièce che suscitò scandalo nel 1957, perché metteva in scena figure pubbliche, un vescovo, un giudice, un generale, frequentatori di un bordello di lusso dove assecondavano le loro fantasie feticiste e sadomasochiste. Ma dietro le apparenze della commedia erotica si nasconde un dramma filosofico una riflessione sulla morte, una sequenza vertiginosa di scene che si rivelano sempre illusorie, frutto di continui travestimenti. È questo ad avere attratto Eötvös - che l'ha scelto dopo avere vagliato per la sua nuova opera una cinquantina di testi diversi da Marguerite Duras, a Joseph Conrad, a Alessandro Baricco - insieme alla dualità sulla quale la pièce si basa: dualità tra un fuori che è il mondo della strada, dove imperversa la rivoluzione, e un dentro che è lo spazio chiuso del bordello, dove si rifugiano i potenti per continuare ad interpretare il loro ruolo sociale. Il compositore ha trasformato questa contrapposizione in una intersecazione tra due spazi sonori nettamente distinti: quello della rivoluzione, fatto di raffiche mitragliatrici e di esplosioni improvvise, materiali registrati che provenivano dalle spalle degli spettatori; e lo spazio del bordello associato invece ad una musica frivola e ovattata, e a quattro strumentisti sulla scena (violino, clarinetto contrabbasso, tromba e corno) che accompagnano i diversi clienti e ai quali il compositore attribuisce una funzione decorativa, come lampadari Art nouveau. Quest'opera è apparsa forse meno seducente è raffinata di "Tri Sestri", ma ha testimoniato ancora una volta la sconcertante abilità di Eötvös nel trattare la materia strumentale e vocale, nel giocare con diversi idiomi musicali, dal cocktail jazz alla musica barocca (che affiorava nella parte dell'inviato della corte), creando meccanismi teatrali veri, capaci di catturare lo sguardo e le orecchie dello spettatore. Opera scritta nello spirito di Kagel e di Ligeti, nella quale Eötvös ha trasformato la prosa ritmata del testo di Genet (una vera "pièce sonore" secondo il compositore), in una scrittura vocale trasparente e comprensibile, modellata sulle inflessioni del parlato, ispirata alla Carmen, al Pelléas, ma anche alla chanson francese di Léo Ferré, Fréhel, Jacques Brel, Yves Montand. Nel bordello bianco, illuminatissimo, sterilizzato come una clinica (scene di Emmanuel Clolus), ogni cliente era associato a un diverso colore dominate, nel fondale mobile e nei costumi (di Raoul Fernandez). La regia del giovane Stanislas Nordey, che ha collaborato con Eötvös nella creazione dell'opera (e che ha già messo in scena Tre Sorelle a Utrecht e ad Hannover), ha sottolineato molto bene la dimensione ludica, grottesca e il continuo gioco di specchi di questo metateatro. Ottimo il cast, dominato dal contralto Hilary Summers, nella parte affascinante a ambigua di Irina, proprietaria del bordello - parte scritta espressamente per questa cantante, amata da molti compositori per la sua grande estensione vocale (ha interpretato anche il ruolo di Stella nell'opera "What Next" di Elliott Carter), e per il suo fascino alla Simone Signoret. Molto ammirati anche Morenike Fadoyami, nei panni della prostituta Carmen, seducente per timbro vocale e figura scenica; Allison Cook in un ruolo multiplo, che le faceva incarnare, scena dopo scena le diverse fantasie dei clienti del bordello; Harry Peeters e Arnaud Marzorati, nei ruoli speculari del capo della polizia e del capo dei rivoluzionari; e i tre spassosi clienti, Csaba Airizer, Julius Best, Armand Arapian. Impeccabile l'esecuzione dell'Ensemble Intercontemporain diretto dal compositore.

Note: Prima mondiale. Commissione del Festival di Aix-en-Provence. Nuova produzione del Festival, in coproduzione con il Théâtre du Capitole di Tolosa

Interpreti: Hilary Summers, Morenike Fadayomi, Allison Cook, Harry Peeters, Arnaud Marzorati, Csaba Airizer, Julius Best, Armand Arapian, Marcos Pujol, Jérôme Varnier

Regia: Stanislas Nordey

Scene: Emmanuel Clolus

Costumi: Raoul Fernandez

Orchestra: Ensemble Intercontemporain

Direttore: Peter Eötvös

Se hai letto questa recensione, ti potrebbero interessare anche

classica

Napoli: per il Maggio della Musica

classica

Nuova opera sul dramma dell’emigrazione

classica

Al Theater Basel L’incoronazione di Poppea di Monteverdi e il Requiem di Mozart in versione scenica