Emozioni argentine

diario del 17 giugno

Recensione
jazz
“Musica non convenzionale ad energia rinnovabile”. E’ lo slogan posto in bella evidenza sulle Wolkswagen che girano per la Sardegna con il marchio di “!50” e che ci sono date in sponsor dalla Secauto di Cagliari. Girano e girano le nostre macchine, portando in giro un messaggio che forse non è originale ma che è importante soprattutto in questo momento e dopo il referendum di domenica e lunedi. Musica non convenzionale per luoghi non convenzionali ed energia rinnovabile che rinnova di giorno in giorno, non solo grazie al sole e al vento, ma grazie alle braccia e alle menti di chi lavora. Girano e girano anche i vari Luca, Gianni, Cristian, Franceschino, Tommy, Lorenzo, Roberto, Vic, Salvatore, Fabrizio, Enrico. Gigi, Gianfranco, Alessio, Antonio… Girano e girano provando a parlare una lingua nuova che parla un idioma antico che oggi sembra essere dimenticato.
Questo pomeriggio siamo arrivati nella bella piazza di Sedilo e Tommaso Onofri con la sua compagna stavano quasi sfogliando, come fosse libro, il ‘Carro delle energie’ con il sistema in legno che sostiene i pannelli solari e che ormai hanno imparato ad aprire in pochi minuti. Si sono posizionati sulla destra del palco appena allestito e li cattureranno l’energia del sole fino a questa notte e fino a quando questa non verrà resa attraverso le batterie che alimenteranno parte del suono e tutte le luci. E’ questa l’altra sfida di “!50” e quando lo annunciamo ogni sera la gente ci dona un applauso incoraggiante, con un qualcosa che sa di stupore. La piazza è bella. E’ uno degli unici concerti che si tengono in un centro abitato ma il Sindaco Umberto Cocco ci tiene e forse ha ragione. A parte qualche bambino che gioca rumorosamente senza la vigilanza del proprio genitore la serata è partecipata e molto intensa.
Esordisco dicendo al microfono che questa sera non sarà una festa. Si parla di desaparecidos argentini e l’argomento è pesante ma aggiungo anche che in una vita ci sono momenti belli e momenti brutti. Momenti allegri e altri tristi. “Le irregolari” è una piéce teatrale tratta da un vecchio romanzo di Massimo Carlotto che ora vive a Cagliari. Racconta del ‘Buenos Aires Orror Tour’ e delle nonne di Plaza de Mayo dove Estrella Carlotto, una sua parente, era la presidente del comitato delle nonne che non si rassegnavano nel tentativo di cercare i propri parenti scomparsi per via della dittatura militare intorno alla metà degli anni ’70. La gente sta in religioso silenzio fino alla fine dello spettacolo e poi un applauso sincero ci ringrazia. ‘Anche stavolta è andata’, penso tra me e me. Anche stavolta è andata perché lo spettacolo non è facile e tratta un tema difficile, scottante e per nulla comodo. Lo scrittore Stefano Tassinari introduce lo spettacolo per una decina di minuti contestualizzando il libro di Carlotto e poi Gabriele Marchesini inizia a leggere il testo fino a quando non si insinua nel percorso vocale il suono di Javier Girotto che è argentino vero e che sa cosa significa quello di cui stiamo parlando. Io entro in punta di piedi come deve essere e lo spettacolo si sviluppa tra emozione e pathos, fino alla fine e fino a quando le batterie caricate durante il giorno non lasciano spazio alla notte.
Ma prima dello spettacolo il Comitato di Santu Antine ci ha invitato a cena nelle “cumbessias” della Chiesa campestre. Il menù è a base di maccarrones con sugo di carne di pecora e poi pecora bollita. “In cappotto” si dice anche ma noi non lo diciamo. Il Presidente Salvatore Carta ci ha fatto anche la sorpresa di due cavalieri a cavallo che sono sfrecciati nel ‘su portale de ferru’ con i loro bellissimi cavalli. Fabio Muredda e Salvatorangelo Chessa hanno fatto il giro intorno alla chiesa e poi, girando intorno a ‘sa muredda’ che è una struttura circolare con l’obelisco al centro. I nostri operatori erano in estasi e così anche Gianfranco Mura che ha fatto una miriade di foto. Questo è stato veramente un bel regalo. Perché la famosa festa di San Costantino, che culmina nell'Ardia e si svolge tra il 5 e il 7 luglio di ogni anno non possiamo di certo vederla visto che quel giorno saremo ad Orani e a Ulassai. La festa dell'Ardia è costituita da una corsa a cavallo, in ricordo della battaglia tra l'Imperatore Costantino e il pagano Massenzio sul Ponte Milvo nel 312 d.C. Salvatore Carta ci spiega che i vincitori della corsa non ricevono nessun premio, in quanto si tratta di un fatto religioso e scopriamo anche che c’è l’Ardia che si fa a piedi. Nella cumbessia all’ingresso non solo c’è “su labiolu” con la pecora che bolle tra sedano, cipolla e patate ma anche un vero museo dell’Ardia con una miriade di fotografie d’epoca, libri, testimonianze ed altro.
A tavola siamo numerosi, tra tecnici, musicisti, attori, registi, fotografi, operatori e fiere persone del posto. Ci sono anche alcune donne e dei bambini ma l’impressione è che la preparazione della cena sia, giustamente, cosa da uomini. Javier Girotto è contento. Dice che gli ricorda l’Argentina. Quale migliore modo per prepararci alla serata in Piazza? Non prima di avere salutato tutti e di avere lasciato alla nostra sinistra il panorama mozzafiato del lago Omodeo.

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