"Elisabeth" al castello Miramare: il fascino del mito, dello scenario, delle musiche.

Tra le cortine fumogene che avvolgono un magico palcoscenico presso il Castello di Miramare il musical di Michael Kunze e Sylvester Levay rinnova il mito della principessa Sissi in chiave anticonvenzionale ma sempre affascinante.

Recensione
classica
Festival Internazionale dell'Operetta Trieste
Michael Kunze e Silvester Levay
21 Luglio 2004
Nella suggestiva cornice del piazzale antistante il Castello di Miramare, Trieste ha ospitato il debutto italiano del musical "Elisabeth", spettacolo realizzato grazie alla collaborazione tra Fondazione Teatro Lirico Giuseppe Verdi, Provincia di Trieste, il Rossetti Teatro stabile del Friuli Venezia Giulia e Teatri Riuniti di Vienna, e inserito sia nel cartellone del Festival dell'Operetta 2004 che in quello della rassegna Miramarestate. Il lavoro di Michael Kunze e Sylvester Levay, che tanto successo ha riscosso in Austria, ha entusiasmato un pubblico di quasi un migliaio di persone, riproponendo il mito dell'imperatrice Sissi in chiave ben diversa da quella cui ci hanno abituato i film con l'indimenticabile Romy Schneider. Ben altri sono infatti i temi fondamentali della rievocazione: l'attrazione costante tra Elisabeth e la Morte, che interviene nei momenti principali della sua tormentata vita fino a unirsi a lei in un ultimo abbraccio fatale; il racconto del suo assassino, l'anarchico italiano Luigi Lucheni, che guida il pubblico nel ricordo dei fatti per dimostrare di esser stato unicamente lo strumento di un destino desiderato dall'imperatrice; la lettura critica della belle epoque asburgica, dove il rigido cerimoniale della nobiltà nasconde i segni di un inesorabile declino storico. Ma pur sempre di un mito si tratta e le avvedute scelte musicali degli autori, in perfetto equilibrio tra Broadway e rock melodico, fanno di Sissi una sorta di eroina in costumi ottocenteschi che si esprime come una moderna popstar. E la collaudata voce di Maya Hakvoort è stata pienamente all'altezza del ruolo imperiale, accompagnata dagli altrettanto eccellenti Thomas Borchert (Der Tod, la Morte) e Bruno Grassini (Lucheni), e da un cast complessivamente di alto profilo, egregiamente guidato dalla bacchetta del direttore Caspar Richter.

Interpreti: Elisabeth, Maya Hakvoort; Luigi Lucheni, Bruno Grassini; Der Tod, Thomas Borchert; Imperatore Franz Joseph, André Bauer; Arciduchessa Sophie, Lenneke Willemsen; Arciduca Rudolf, Lukas Permanschlager; Rudolf, Camilla Angeli/Giacomo Marchesini; Duca Max di Baviera, Karsten Kammeier; Duchessa Ludovica/Frau Wolf, Susanna Panzner

Scene: Liane Katie Maynard

Costumi: Rehinhard Heinrich

Orchestra: Orchestra del Teatro Lirico "Giuseppe Verdi" di Trieste, con elementi aggiunti dell'Orchestra dei Vereinigte Bühnen Wien

Direttore: Caspar Richter

Se hai letto questa recensione, ti potrebbero interessare anche

classica

Successo per Beethoven trascritto da Liszt al Lucca Classica Music Festival

classica

Non una sorta di bambino prodigio ma un direttore d’orchestra già maturo, che sa quello che vuole e come ottenerlo

classica

Nuova opera sul dramma dell’emigrazione