E la nave va con un'opera del Settecento

Una motonave ha ospitato "Il maestro di musica" "pasticcio òall'uso settecentesco" su musiche di Pergolesi e altri autori. E' accaduto a Vado Ligure. Buona la prova dei tre interpreti vocali che hanno agito in uno spazio decisamente inconsueto, attualizzando la vicenda, e vestendo abiti odierni.

Recensione
classica
Teatro Chiabrera Savona
Pergolesi
29 Settembre 2006
SAVONA - Una motonave nel porto di Vado. Una situazione apparentemente normale: il portellone aperto per consentire l'imbarco delle auto, per le scalette il via vai di viaggiatori, in procinto di salpare per la Corsica. Prima che la Motonave Corsica Vittoria levi l'ancora, c'è però una curiosa "pratica" da espletare non prevista dai codici marittimi. In una delle sale più eleganti della nave, infatti, va in scena un'opera del Settecento. E' accaduto ieri sera su iniziativa dell'Orchestra Sinfonica di Savona che ha realizzato "Il maestro di musica" con la direzione di Paolo Vaglieri e la regi di Filippo Pina Castigioni. "Il maestro di musica" è un "pasticcio" teatrale messo in scena a Parigi nel 1752 dalla Compagnia di Eustachio Bambini che proprio in quella tournee aveva destato tanto scalpore all'Opera rappresentando "La serva padrona" di Pergolesi. "Il maestro di musica" non è opera sua, ma dal suo repertorio attinge due arie e un duetto, mentre altre quattro arie arrivano da "Orazio" opera che Pietro Auletta aveva rappresentato a Napoli nel 1737. Tre personaggi: un maestro di canto, la pupilla e l'impresario. Il tipico triangolo, insomma, con la pupilla che dopo qualche incertezza cede alle lusinghe dell'impresario e parte alla ricerca del successo. Operina garbata con la spigliatezza tipica del Pergolesi della "Serva padrona" (l'aria iniziale del tenore "O che sproposito" rimanda a "Sempre in affanni" non solo nel piglio melodico e ritmico ma anche per essere un'aria dialogante), il lavoro è stato naturalmente riletto alla luce degli spazi a disposizione. Un'orchestra ridotta a un quintetto d'archi con cembalo, un pianoforte bianco (la memoria torna alla "Leggenda del pianista sull'oceano" di Tornatore) quale strumento del maestro. I tre protagonisti e le quattro coriste in abiti d'oggi con tanto di cellulari in mano. E una lettura poco barocca e alquanto attualizzata anche nella lettura musicale, risultata tuttavia nel complesso gradevole. Il gruppo ha trovato buone soluzioni strumentali. Gabriella Locatelli è stata una piacevole Lauretta, con interessanti qualità vocali. Davide Rocca ha tratteggiato un credibile impresario, mentre Castiglioni ha risolto con mestiere la parte del maestro Lamberto. Applausi e al termine tutti fuori velocemente per non ritrovarsi in mare aperto in rotta verso la Corsica.

Interpreti: Gabriella Locatelli, Filippo Pina Castiglioni, Davide Rocca

Regia: Filippo Pina Castiglioni

Orchestra: Ensemble cameristico dell'Orchestra Sinfonica di Savona

Se hai letto questa recensione, ti potrebbero interessare anche

classica

Non una sorta di bambino prodigio ma un direttore d’orchestra già maturo, che sa quello che vuole e come ottenerlo

classica

Napoli: per il Maggio della Musica

classica

Nuova opera sul dramma dell’emigrazione