E con Ornette a Modena spunta anche Patti Smith!

Quattro giorni in Emilia per il "padre" del free jazz, che in un ricco programma di incontri, proiezioni e concerti, ha riproposto la "classica" "Skies Of America" e due serate in quartetto dall'energia memorabile, con una sorpresa finale!

Recensione
classica
Teatro Municipale Valli Reggio Emilia
07 Ottobre 2006
Occhi e orecchi tutti per lui, per Ornette Coleman, nella quattro giorni che Angelica e i teatri emiliani gli hanno dedicato, con un incontro, proiezioni, la celebre "Skies Of America" eseguita con l'Orchestra del Teatro Comunale di Bologna. Le ultime due sere poi, al Valli di Reggio Emilia e al Comunale di Modena, riservate al quartetto con Tony Falanga al contrabbasso, Al McDowell al basso elettrico e il solito – disastroso – figlio Denardo a picchiare incongruamente sulla batteria, hanno suggellato un successo annunciato e a tratti travolgente, con sorpresa finale. Due concerti, quelli in quartetto, che sulla carta dovevano essere progetti distinti e che invece si sono mossi più o meno sullo stesso repertorio, con i consueti temi brucianti di blues alternati a ballad dilaniate di lirismo. Con gli inconfondibili completi a colori elettrici e cangianti, Coleman ha suonato in modo strepitoso, specialmente nella serata modenese, più generosa e ispirata: il suono ancora nitido, tagliente, che si inerpica sopra la rete tessuta dai due bassi (quello elettrico utilizzato prevalentemente con modalità di tipo chitarristico), linee che aprono squarci irresistibili. Per i due bis di Modena poi, a sorpresa sale sul palco Patti Smith, che gira timidamente attorno a Coleman e dà voce a una visionaria "Lonely Woman"; meno convincente – e opportuna – la cantante e poetessa americana si unisce al quartetto anche in una "Turnaround" che diventa così un blues più convenzionale. Maestro carismatico e emozionante del jazz degli ultimi cinque decenni, Coleman ha trovato in Emilia il giusto scenario per la sua musica ancora in grado di vincere le convenzioni e emozionare.

Interpreti: ORNETTE COLEMAN QUARTET

Se hai letto questa recensione, ti potrebbero interessare anche

classica

Successo per Beethoven trascritto da Liszt al Lucca Classica Music Festival

classica

Non una sorta di bambino prodigio ma un direttore d’orchestra già maturo, che sa quello che vuole e come ottenerlo

classica

Napoli: per il Maggio della Musica