Diario del 14 giugno

Il primo concerto è con la Banda di Berchidda, sotto il Maestrale. Al caseificio dove mio padre portava il latte

Recensione
jazz
Il cortile della Ex Cooperativa La Berchiddese è ora allestito e attende il pubblico. È da due giorni che il Maestrale spazza le nubi che ora camminano veloci dietro il Monte Acuto.
Questa mattina erano nubi minacciose ma ora sembrano salutare l’inizio di “!50”.
Gli strumenti del lavoro sono intorno al palco e diventano scena. Alcune funi che stasera saranno illuminate da Franceschino Carta, dei pallets in ferro di venti anni fa diventano oggetti non solo simbolici ma estetici. Così ha voluto Gianni Melis che illumina di azzurro l’enorme caldaia arrugginita che dava acqua calda a tutto lo stabile dove con mio padre andavo spesso di mattina a conferire il latte appena munto perché divenisse pecorino, burro e ricotta. Marco Quonda Matteo e Andrea Bianchi hanno posizionato diversi proiettori sul tetto dell’Ex Cooperativa e stasera il muro scrostato dal tempo che è dietro le pedane che ci ospiteranno diventerà teatro improbabile.
La Banda Bernardo De Muro diretta da Antonio Meloni verrà posizionata sulla sinistra rispetto al palco e dialogherà con il Quintetto storico con Roberto Cipelli, Tino Tracanna, Attilio Zanchi ed Ettore Fioravanti.
Ventisette anni assieme e ancora assieme. I “!50” non potevano partire in modo diverso.
Alle 15 andiamo nella sede della Banda per una breve prova. Ci sono ragazzini e ragazzine di dieci anni che sono entrati da poco e che sono elettrizzati. Attacchiamo due miei vecchi brani che Antonio ha arrangiato appositamente. Sono “Cotton Club” tratto dal cd Ostinato e “Yatra” tratto da Mamüt. Funzionano a meraviglia. Proviamo anche “Berchidda Blues” che è stato scritto da Nick The Nightfly tre o quattro anni fa e aggiungiamo “The Chicken” di Zawinul. Alle 18 facciamo le prove del suono. Fabrizio dall’Oca seguirà il suono dei 50 concerti ed è arrivato poche ore prima da Bolzano. Tutto è pronto. Anche le Majorettes che si preparano. Una di loro è giovanissima e con la pelle scura. Chiedo il suo nome perché non la conosco.
Alle 21 il piazzale è gremito di gente. Molti sono seduti sulle panche allestite con le cassette rosse che un tempo contenevano le forme di formaggio e molti sono in piedi stipati nello spazio che è grande. Inizia la Banda con le Majorettes che arrivano suonando da lontano. Un grande applauso. Noi del Quintetto arriviamo sull’Ape di Sebastiano con gli applausi del pubblico. Salgo sul palco, saluto e dico «mi ricordo di un concerto di Miles Davis quando lui arrivò sotto palco nello stadio di Perugia su una bellissima Mercedes nera. Noi con l’Ape!». Il resto è musica. Sembra bella a giudicare dai visi e dai sorrisi nostri, dei ragazzi e ragazze della Banda e del pubblico. La Banda ospita anche il pianoforte di Antonello Mura con il quale ho iniziato a suonare il jazz nel 1979. Nonostante il Maestrale tutti rimangono fino alla fine. Fino a quando, dopo il primo bis, la Banda attacca “Happy Birthday to you” e compare una torta gigante con una bottiglia di spumante.
“!50” è iniziato e non poteva che in quel modo. In streaming sul nostro sito www.50fresu.it il concerto è stato seguito in diretta da oltre settecento persone. Molte di queste hanno postato un ringraziamento sul nostro Facebook. La mattina dopo chiamo Gianmaria Testa per chiedergli se è d’accordo a mettere in streaming anche il concerto di Nuoro dedicato a Ferrè e quello del giorno successivo a Baratili San Pietro, il luogo della vernaccia. Sempre che ci sia linea sufficiente per mandare tutto in tempo reale. Intanto Antonio Cauterucci e Marthe Le More preparano le loro camere per le riprese mentre Tommaso Onofri smonta i pannelli solari dal carro delle energie che dovrà muoversi verso altre destinazioni. Siamo a quota 1. Altri 49 concerti ci aspettano.

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