Cronache da Jesi 2

Un controtenore al Festival Pergolesi Spontini

Recensione
classica
Ancora due appuntamenti di spicco al Festival Pergolesi Spontini, che anima la cittadina di Jesi e alcuni piccoli centri vicini fino al 20 settembre con un programma molto vario. L’11 settembre, al Teatro Pergolesi, è stata presentata la tanto attesa prima esecuzione in epoca moderna di una composizione giovanile di Spontini del tutto sconosciuta che il Comune di Majolati ha acquistato sul mercato antiquario. L’expertise sul manoscritto autografo della scena ed aria “Cari figli alme innocenti” da Andromaca del 1796 è stata effettuata da Federico Agostinelli, che ne ha anche curato l’edizione critica per le Edizioni Fondazione Pergolesi Spontini. Attesa dunque per questo brano di carattere drammatico che prelude alle opere più mature dello stesso genere: con questa ottica andava ascoltato un recitativo accompagnato dall’andamento abbastanza rigido, con alternanza quasi meccanica di voce e orchestra, ed un’aria dal respiro melodico piuttosto trattenuto. L’interpretazione del mezzosoprano Antonella Colaianni non ha aiutato la musica: bel timbro, ma mancanza di spessore vocale, di sfumature dinamiche, di un fraseggio espressivo hanno caratterizzato una esecuzione che aveva dello scolastico. Stessa piattezza vocale è emersa nell’altro brano vocale in programma, l’Aria di Neris dal II atto della Medea di Cherubini. Ad accompagnare la Colaianni gli strepitosi Virtuosi Italiani guidati da Alberto Martini, orchestra versatile che si dedica principalmente al repertorio barocco e classico ma che vanta anche collaborazioni con jazzisti e musicisti pop. La bravura dei singoli, oltre che dell’orchestra nel suo insieme, è potuta emergere grazie al programma scelto a corredo dei brani vocali, le tre sinfonie di Haydn Le Matin, Le Midi e Le Soir, eseguite con grande vitalità ritmica, splendido amalgama degli archi e nitidezza di suono.

Bellissimo concerto, poi, di quelli che regalano emozioni, il 16 settembre nel grazioso teatro di Montecarotto, con Carlo Vistoli controtenore e l’Ensemble Talenti Vulcanici diretti da Stefano Demicheli. In programma le arie che resero il castrato Nicola Grimaldi detto Nicolini famoso in tutta Europa, e che furono composte apposta per lui in modo da metterne in risalto le doti di virtuoso non solo del canto ma anche della recitazione (Charles Burney descrisse Grimaldi come “un grande cantante, e un ancor più grande attore”). Niente di meglio poteva Vistoli con questo repertorio: voce bella, capace di scorrere in tutti i registri con naturalezza mantenendo la pienezza e potenza sonora, ha deliziato il pubblico nei virtuosismi delle arie di bravura e di furore – ma ancor più ha fatto trattenere il respiro nelle arie parlanti, come in Cara sposa da Rinaldo di Haendel, intepretata con grande finezza espressiva e duttilità di fraseggio. In programma, oltre ad arie di Alessandro Scarlatti e Domenico Sarri, anche Per trucidar la perfida da Salustia di Pergolesi, l’opera che la Fondazione ha riproposto in prima esecuzione moderna nel 2008 durante l’ottava edizione del Festival. Splendidi i Talenti Vulcanici con Demicheli, che ha saputo rendere la voce parte integrante del tessuto musicale, lo strumento più espressivo di una fine architettura sonora curata in ogni dettaglio. Questo concerto era coprodotto con il Festival di Musica Antica “Soave sia il vento” di Napoli e ideato da Paologiovanni Maione.

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