Come è bello il Viaggio in Italia

Al Maggio Fiorentino tre generazioni di musicisti reinventano il canto popolare italiano

Recensione
classica
Maggio Musicale Fiorentino Firenze
19 Maggio 2011
Alda Caiello e Maria Grazia Bellocchio hanno proposto al 74° Maggio Musicale Fiorentino un seducente “Viaggio in Italia”: venti canzoni popolari di venti regioni italiane trascritte per voce e pianoforte da venti compositori di quasi tre generazioni, a partire dai decani Ennio Morricone e Sylvano Bussotti (Guarnieri, Nieder, Corghi, Manca, Morricone, Gervasoni, Dall’Ongaro, Franceschini, Gorli, Sani, Gardella, Di Bari, Iannotta, Verrando, Solbiati, Laganà, Mosca, Ambrosini, Gaslini), più o meno in base alla provenienza geografica ma con qualche rimescolamento di carte. Ne è venuto fuori un prezioso ritratto di un’Italia regionale e dialettale, di riti, scherzi, lutti, di scene di vita perduta, in cui quasi tutti i compositori hanno fatto librare intero o in frammenti il canto popolare, rivestendolo di scelte compositive diverse ma sempre fidando nelle grandi capacità di Alda Caiello e di Maria Grazia Bellocchio di partecipare a queste ricreazioni di materiali con la più grande varietà di atteggiamenti e tecniche. Fra le composizioni che ci hanno particolarmente colpito: per la piccante evidenza ritmica della parte pianistica le strofette sarde di Gabriele Manca; il canto marchigiano della Settimana Santa "Partì Mmaria" rifratto da Nicola Sani fra la voce della Caiello, il parlato della Bellocchio e i rintocchi della cordiera del pianoforte; il paesaggio neoimpressionista scandito di scampanìì di Federico Gardella per la Valle d’Aosta; la spettrale e rumoristica evocazione dei mulattieri liguri nel pezzo di Giovanni Verrando; il canto funebre delle vedove dei pescatori abruzzesi di Marco Di Bari (“Mare maje”), la struggente e quasi trobadorica reinvenzione di un’antica lauda umbra (“Dolçe amore”) di Alessandro Solbiati. Ottimo e meritatissimo successo.

Interpreti: Alda Caiello, soprano; Maria Grazia Bellocchio, pianoforte

Se hai letto questa recensione, ti potrebbero interessare anche

classica

Bologna: il nuovo allestimento operistico dell’Orchestra Senzaspine ha debuttato al Teatro Duse

classica

Successo per Beethoven trascritto da Liszt al Lucca Classica Music Festival

classica

Non una sorta di bambino prodigio ma un direttore d’orchestra già maturo, che sa quello che vuole e come ottenerlo