Che c'è da ridere nel matrimonio all'italiana?

Si conclude con un allestimento assai positivo, sotto tutti gli aspetti (vocale, registico, strumentale), il ciclo triennale dedicato dalla Stagione Lirica Teramana / Fondazione Tercas al teatro musicale comico italiano, con la realizzazione di due atti unici del Novecento: Agenzia matrimoniale di Hazon e Una domanda di matrimonio di Chailly hanno mostrato due aspetti (leggero e metateatrale il primo, graffiante e grottesco il secondo) di questo registro drammaturgico.

Recensione
classica
Stagione lirica Teramana ATRI
Roberto Hazon
25 Novembre 2003
La Stagione Lirica Teramana chiude in provincia il suo ciclo triennale sul teatro musicale comico italiano, con un allestimento che rende godibilissimi due atti unici novecenteschi. Il primo, "Agenzia matrimoniale" di Roberto Hazon, è un piacevole divertissement tra il cinematografico ed il metateatrale, nel quale attraversamenti stilistici riconoscibili (si parte da Puccini, si passa per Ravel, si transita per Gershwin ed il tango e si arriva alla più nobile canzone melodica italiana) sono tenuti assieme con leggerezza da una strumentazione molto francese, sia nella sintesi timbrica, che nel risalto di qualche strumento atipico (la fisarmonica). Il regista Silvio Araclio dimostra di leggere appropriatamente le tendenze metateatrali della drammaturgia musicale (personaggio lirico della Barbona, cambiscena a sipario alzato con interludi orchestrali), e ci gioca su con garbo e qualche piccola stasi. Il secondo, "Una domanda matrimonio" di Luciano Chailly, esalta il graffiante di una commedia di Cechov, in cui un possidente ipocondriaco va a chiedere la mano della figlia del possidente vicino, con sequela di screzi e riappacificazioni fino all'happy end di prammatica. Trucco, movimenti, prossemica dei personaggi sottolineano ottimamente il tono onirico-grottesco della pièce, datata '52 e musicalmente interessante quanto spigolosa: non è stato facile per i giovani dell'Orchestra della Stagione Lirica Teramana venirne a capo, impresa riuscita grazie alla direzione scolpita ed esperta di Marcello Bufalini. La menzione finale (e speciale per il bravissimo Nunzio Fazzini) è per le voci, dato il loro buonissimo livello medio e la capacità di caratterizzare sotto tutti gli aspetti – scenico e vocale – i personaggi. Al termine, lunghi applausi da un teatro piccolo ma gremito.

Note: Lo spettacolo è stato rappresentato con "Una domanda di matrimonio" di Luciano Chailly

Interpreti: Sonia Zaramella, Paolo Speca, Roberta Salvati

Regia: Silvio Araclio

Scene: Mauro Di Giuseppe

Costumi: Santuzza Calì

Orchestra: Orchestra della Stagione Lirica Teramana

Direttore: Marcello Bufalini

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