Bryars: reminiscenze "in progress"

Gavin Bryars propone una musica plasmata sulla materia compositiva attraverso impianti post-minimalisti sui quali innesta l'uso dell'improvvisazione guidata, della sovrapposizione tra elettronica e performance acustica dal vivo. Caratteri emersi anche nel concerto proposto al Teatro Comunale di Modena, nell'ambito del festival "L'altro suono". Tra brani "classici" e altri più recenti il concerto ha soddisfatto un pubblico non numeroso.

Recensione
classica
Rassegna "L'altro suono" Modena
Gavin Bryars
13 Maggio 2006
Gavin Bryars, fin dall'esperienza con la Portsmouth Sinfonia, o dalle collaborazioni con Eno e Fred Frith, fino ad arrivare alle esperienze operistiche pare proporre una musica plasmata per rievocare un luogo, una vicenda, un'atmosfera, un fatto storico, un rimando letterario, quasi sempre lavorando sulla materia compositiva attraverso impianti post-minimalisti sui quali innesta l'uso dell'improvvisazione guidata, della sovrapposizione tra elettronica e performance acustica dal vivo. Caratteri emersi anche nel concerto proposto al Teatro Comunale di Modena, nell'ambito del festival "L'altro suono". I brani proposti rappresentavano una specie di campionario espressivo di Bryars, a partire da "The North Shore", composizione "in divenire" destinata originariamente a viola e piano, qui proposto nella sucessiva elaborazione che comprende altri archi e percussioni. Sono seguite due "Laude" segnate da una dimensione timbrica più intima, intessuta dalla viola e dal piano, con incursioni elettroniche di una chitarra. Gli altri due brani rappresentano due "classici" della produzione del musicista inglese: "Three Elegies for Nine Clarinets", dove lo strumento solista - il bravo clarinettista Roger Heaton - dialogava sia con i compagni sul palcoscenico, sia con registrazioni di altri clarinetti, e "The Sinking of the Titanic", brano creato nel 1969 e continuamente riletto con l'intento di arricchire sempre più quella sequenza - quasi una processione - di rumori, suoni, rimandi, che mischiano per un periodo che sembra lunghissimo il mito del transatlantico con la tragedia stessa, attraverso melodie che paiono di tradizione popolare irlandese o statunitense, e elementi come voci registrate, carillon, e così via. Non numeroso il pubblico, ma attento e, alla fine, soddisfatto.

Interpreti: Gavin Bryars contrabbasso Nick Barr viola Morgan Goff viola Nick Cooper violoncello Roger Heaton clarinetto, clarinetto basso James Woodrow chitarra elettrica Dave Smith piano, corno tenore Gerald Kirby percussioni

Orchestra: GAVIN BRYARS ENSEMBLE

Se hai letto questa recensione, ti potrebbero interessare anche

classica

Bologna: il nuovo allestimento operistico dell’Orchestra Senzaspine ha debuttato al Teatro Duse

classica

Successo per Beethoven trascritto da Liszt al Lucca Classica Music Festival

classica

Non una sorta di bambino prodigio ma un direttore d’orchestra già maturo, che sa quello che vuole e come ottenerlo