Beethoven fortepiano e mandolino

Per Piano City a Napoli il duo Raffaele La Ragione e Marco Crosetto 

Pietà dei turchini Piano City Napoli
Recensione
classica
Chiesa di Santa Caterina da Siena, Napoli
Il Fortepiano di Beethoven
11 Settembre 2020

Più di dieci concerti di pianoforte al giorno divisi tra City concerts – dislocati per la città –, Main concerts – in luoghi prestigiosi – e House concerts online. Crediamo superfluo scendere nei dettagli del merito acquisito da Piano City a Napoli, che alla sua ottava edizione tiene saldo il timone, in una tempesta nella quale sono caduti festival in apparenza intoccabili.

Un concerto, l'11 settembre, presso la chiesa di Santa Caterina da Siena – in collaborazione con la fondazione Pietà de’ Turchini, dal titolo Il Fortepiano di Beethoven, ispirato ai duetti per fortepiano e mandolino composti presumibilmente per la contessina Clary, moglie di Cristiano Filippo Clam-Gallas, e per l’amico viennese di Ludwig, Wenzel Krumpholz – rompe gli schemi tra novità e conferme, concerti di ricerca e appuntamenti dedicati ai soliti Chopin, Liszt, eccetera.

Il mandolino “Bresciano” (una copia moderna) di Raffaele La Ragione risuona sul fortepiano di Marco Crosetto, in composizioni di Beethoven (Adagio in Mib, Sonatina in DO minore, poi in Do maggiore, Andantino per mandolino e Cembalo), del bresciano Bartolomeo Bortolazzi (1773-1846) – maggior virtuoso di mandolino della storia –, di Paisiello – un Capriccio trascritto dal violino – e la Grande Sonata di J.N. Hummel con accompagnamento di mandolino obbligato.

Significativo è il suono che il duo elabora: questo mandolino bresciano è con corde singole in nylon (e si suona in piedi), e si crea una sonorità fluida di fondo, senza spigoli, impeccabile. Si ruba, si danza, salti agli attacchi – nel violinistico capriccio – poi morbidissimi tocchi al fortepiano, con tinte diverse per passaggi a contrasti di atmosfere più cupe e maliose, nella sonata in minore di Beethoven, e atmosfere classiche introdotte nella Grande Sonata, in cui il mandolino spicca per fitti fraseggi e presenza sonora con la tastiera. Quanta arte in questa musica che racconta di viaggi e pellegrinaggi tra salotti d’Europa, Praga, Vienna: bella, fresca. 

Guida spesso il tutto La Ragione al mandolino, solenne negli interventi, anticato nello stile dell’Adagio che apre il concerto. Intrecciato nella polifonia, il timbro soave questo mandolino “bresciano”, dal talento estroso e ricca musicalità, regge quasi tutto lui con una chiara musicalità; puntiglioso il suono, sempre attento nelle note cadenzate, appoggiate. Tutto respira bene, dai falsi recitativi a mo’ di “accompagnati”, toni da monologo, ai più malinconici passaggi. Determinante per l’impasto timbrico il fortepiano di Crosetto, molto comunicativo, passando da ritmi più serrati con focosi fortissimi e accelerando a più leggeri fraseggi. Suonano passionali, sanguigni e drammatici dall'inizio alla fine dissacrando quasi la retorica del classicismo viennese. Il duo così arricchisce il cartellone di Piano City, e inaugura anche l’avvio e ritorno dei concerti “de’ Turchini” nella sede principale dopo l’imposta chiusura.          

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