Barocco Multimediale

Con grazia e leggerezza la Kammeroper propone il Venus e Adonis di John Blow in prima esecuzione austriaca. Il team della regia è lo stesso che ha assistito Schlingensief nel Parsifal dello scorso Bayreuth e il suo concetto cerca di trasportare in un discorso attuale con l'uso di immagini e multimedia il teatro illusionista barocco. Un ottimo esperimento che catapulta la Kammeroper ai primi posti della scena teatrale e operistica viennese.

Recensione
classica
Wiener Kammeroper Wien
John Blow
19 Marzo 2005
Dopo aver assistito Schlingensief nel controverso Parsifal dello scorso Bayreuth, Angermayr e Goerge non sono più sconosciuti al pubblico operistico internazionale. Si può quindi considerare un vero e proprio colpo di fortuna che la Kammeroper sia riuscita a assicurarsi i due registi per l'ultimo nuovo allestimento della stagione, il "Venus e Adonis" di John Blow. L'idea alla base di tutta la regia è quella di ricreare le peculiarità del teatro illusionistico barocco attraverso nuove tecnologie. Non deve allora stupire che al posto delle scene venga continuamente proiettato un film. Le immagini più che un film ricordano la moda "visuals", e omaggiano l'estetica barocca con giochi di luce e colore e continue reminescenze mitologiche. La proiezione su un sistema di schermi e veli di tulle amplifica molto questo gioco delle finzioni a cui fa però da pendant un rigore e una linearietà nella dizione musicale che dà solidità al tutto. L'orchestra della Kammeroper suona su strumenti originali e il ductus musicale mette in evidenza l'esperienza del direttore Klebel, vero esperto di musica antica: particolare cura nel fraseggio e nelle arcate, scelta coerente e rispetto dei tempi, intonazione buona (con alcuni momenti in cui il controllo però viene meno). Anche nell'aprire l'opera con un Welcome Song di Purcell si può riscontrare un intento filologico. Max Riebl, un bambino australiano, nel ruolo di Cupido è la rivelazione della serata: ottimo fraseggio e intonazione, comprensibilità del testo, grazia e delicatezza. Daniel Schmutzhard è adatto a questo tipo di repertorio, un baritono dal timbro corposo e ricco di inflessioni. Il soprano Lusine Azaryan è spesso debole e non incisivo e manca di brio nei registri acuti. Forse il punto debole della serata.

Interpreti: Lusine Azaryan, Daniel Schmutzhard, Max Riebl

Regia: Daniel Angermayr e Thomas George. Luci: Lukas Kaltenbäck; Multimedia: Alfred Lachinger, Holger Schlaminger

Orchestra: Orchestra barocca della Wiener Kammeroper

Direttore: Bernhard Klebel

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