Barenboim e Chung in ricordo di Abbado

L'omaggio della Scala ad Abbado, seguito dal concerto diretto da Chung a lui dedicato

Recensione
classica
Orchestra Filarmonica della Scala Milano
27 Gennaio 2014
Insolita giornata ieri alla Scala . Alle ore 18 in ricordo di Claudio Abbado la Filarmonica ha eseguito la Marcia Funebre dell'Eroica di Beethoven. Un brano che il maestro aveva diretto lo scorso Festival di Lucerna con un'intensità mai udita e che il suo vecchio amico Daniel Barenboim gli ha restituito alla guida della "loro" orchestra. Sala del Piermarini vuota, porte del teatro spalancate, note amplificate per una piazza gremita di gente: un omaggio tributato in passato solo a Toscanini, De Sabata, Giulini, Gavazzeni. Quindici minuti di ascolto intenso e raccolto nel più completo silenzio da parte di un pubblico eterogeneo, fans di Abbado, famigliole, bambini a cavalcioni sulle spalle dei genitori, assidui frequentatori della Scala. Al termine la maggior parte di loro è rimasta lì a sfidare il freddo gelido e a scambiarsi ricordi di un musicista che ha regalato a tutti momenti indimenticabili. La sera stessa il pubblico in sala ha osservato un minuto di silenzio in omaggio al maestro scomparso la scorsa settimana a Bologna, prima di accogliere con un lungo applauso il ritorno di Myung-Whun Chung sul podio della Filarmonica. In programma la Sesta di Beethoven e la Quarta di Brahms, quest'ultima in un'esecuzione che rimarrà fra i migliori ricordi della stagione. Tesa, luminosa, in una unitarietà compatta, guidata da una straordinaria intelligenza. Il direttore coreano ha davvero il potere di rigenerare l'orchestra milanese. Così anche per la "Pastorale", controllatissima in ogni passaggio, con straordinari momenti di sospensione quasi sognante.

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