Anche Bellini lascia ai posteri la sua Donna Elvira

L'ultimo lavoro di Bellini è stato rappresentato con successo a Trieste, soprattutto grazie alla bravura di un'Elvira splendidamente interpretata dal soprano spagnolo Mariola Cantarero.

Recensione
classica
Teatro Lirico Giuseppe Verdi Trieste
Vincenzo Bellini
18 Dicembre 2001
Un pubblico parzialmente sottotono e non molto numeroso, complice il clima rigido, ha accolto favorevolmente l'ultima "prima" che il Teatro Verdi di Trieste ha proposto per il corrente anno. "I Puritani" di Bellini, opera arrivata nella città giuliana appena l'anno successivo a quello del debutto parigino (1835), mancava ora dalle scene del Verdi da quasi trent'anni; il bicentenario belliniano è stata occasione propizia per una nuova rappresentazione del lavoro che il compositore catanese scrisse a pochi mesi dalla sua repentina scomparsa. Basata sull'allestimento del Teatro sloveno di Maribor, la proposta del teatro triestino si basava su di un cast vocale di pregio, anche se con risultati non perfettamente omogenei. Sotto la direzione di Alain Guingal, abile nel condurre un'orchestra duttile e puntuale nel rendere le tinte fosche con cui il catanese ha dipinto la vicenda di "I Puritani", si è particolarmente distinta l'Elvira di Mariola Cantarero, vera regina della serata, più volte acclamata a scena aperta. Il soprano spagnolo ha mostrato significative doti di agilità, chiarezza e potenza vocale, riuscendo a caratterizzare fortemente il personaggio femminile che attraversa i regni della follia scatenata dall'amore. I due rivali Lord Arturo e Sir Riccardo, innamorati della stessa donna, sono stati interpretati rispettivamente dal tenore Giorgio Casciarri e dal baritono Enrico Marrucci, due giovani cantanti dalle indubbie doti vocali, ma non del tutto convincenti nel dare quello spessore timbrico che le figure belliniane meritano. Buona la prestazione dagli altri interpreti, tra cui il Sir Giorgio di Enrico Capuano e l'Enrichetta di Nicoletta Curiel, e del coro del Verdi. Roberto Laganà Manoli, che ha curato regia, scene e costumi, si è affidato a una medesima scena modulare rappresentante la fortezza di Plymouth, anche per ridare una cifra unitaria a un'opera disorganica sia nel libretto che nella concezione drammaturgica. La musica di un Bellini cesellatore dei numeri chiusi, ricercatore di una vocalità pura e delle situazioni espressive più contrastanti, ha fatto il resto, riscaldando alfine gli animi degli spettatori e motivandoli alla ripetuta serie di applausi che ha fatto seguito alla chiusura del sipario.

Note: Allestimento del S.N.G. di Maribor - Slovenia

Interpreti: Capuano / Zanellato, Valls / Casciarri / Badea, Marrucci / Grassi, cantarero / Kodalli, Curiel, Tonini, Pamio

Regia: Roberto Laganà Manoli

Scene: Roberto Laganà Manoli

Costumi: Roberto Laganà Manoli

Orchestra: Orchestra del Teatro Lirico "G. Verdi" di Trieste

Direttore: Alain Guingal / Nicola Luisotti

Coro: Coro del Teatro Lirico "G. Verdi" di Trieste

Maestro Coro: Marcel Seminara

Se hai letto questa recensione, ti potrebbero interessare anche

classica

Nuova opera sul dramma dell’emigrazione

classica

Napoli: per il Maggio della Musica

classica

Al Theater Basel L’incoronazione di Poppea di Monteverdi e il Requiem di Mozart in versione scenica