Alla Monnaie un ultimo omaggio a Boesmans

In scena il suo lavoro incompiuto On purge bébé

On purge bébé (Foto Jean Louis Fernandez)
On purge bébé (Foto Jean Louis Fernandez)
Recensione
classica
Monnaie di Bruxelles
On purge bébé
13 Dicembre 2022 - 29 Dicembre 2022

“Philippe Boesmans voleva scrivere un’ultima opera comica, come Verdi, ed io gli ho dato carta bianca” ha ricordato il direttore della Monnaie, Peter De Caluwe, nel presentare l’ultimo lavoro del compositore belga scomparso lo scorso aprile. E Boesmans ha scelto di musicare il lavoro omonimo che Geoges Feydeau ha scritto all’inizio del Novecento perché sembrava impossibile farne un’opera, quindi era per lui la sfida perfetta. Il risultato non è certo paragonabile al Falstaff, la musica scorre subito identificabile nello stile Boesmans, con tanti accordi isolati e citazioni di diverse epoche musicali, ma in “On purge bébé” senza alcun vero sussulto di creatività. E sembra infatti che non abbia avuto molta difficoltà il suo amico Benoit Mernier a completare il 10% mancante del finale della partitura perché non si nota differenza tra le due parti. Un altro amico, Richard Brunel, aveva già scritto il libretto, riducendo a un’ora le venti la commedia di Feydau, eliminando, ad esempio,  i personaggi dei domestici, ed adesso lo stesso Brunel è il regista della messa in scena che lo ha cercato di rendere divertente per il pubblico d’oggi. C’è un bambino con una lieve costipazione, ostinato a non volere prendere la purga; c’è una madre che accusa il padre di non occuparsi abbastanza del figlio, per preoccuparsi invece degli affari, ossia la vendita alle forze armate di vasi da notte in porcellana che pretendono di essere indistruttibili e, a completare l’isterico quadretto familiare, arriva la moglie del militare con il suo amante. Il regista sembra abbia cercato più delle trovate per fare ridere il pubblico, più che di approfondire e attualizzare la carica provocatoria ed ironica della pièce originale che presenta in modo avanguardistico per l’epoca, un bambino  “re” disubbidiente e tirannico e, dall’altra parte, una madre che osa mettersi apertamente contro al marito. La sala ride, sopratutto i francofoni che riescono a cogliere i doppi sensi e le sfumature, anche perché il lavoro è supportato da interpreti che a buone voci abbinano ottime capacità attoriali. Se il soprano belga Jodie Devos nella parte della madre Julie si impegna a fondo, ma anche qui mostra qualche difficoltà nelle note più alte a cui arriva forzando; il padre è interpretato da un Jean-Sébastien Bou che si fa molto ammirare invece anche per il bel timbro baritonale e la bella linea melodica; ed un plauso particolare merita il tenore Denzil Delaere che è intervenuto all’ultimo in sostituzione per interpretare Aristide, il militare, facendo benissimo. Bravissimo poi il piccolo figurante (Martin Da Silva Magalhaes) che interpreta il bambino Toto proposto in due versioni, di sette anni come nel testo, ma anche, per aggiungere una nota di comicità e surrealismo, altissimo e davvero inquietante (Tibor Ockenfels). Sul podio, dove doveva esserci il belga Patrick Davin scomparso prematuramente, la bacchetta è passata al libanese Bassem Akiki, pure di casa ormai da anni alla Monnaie, che dirige conferendo forza e ritmo alla partitura che, anche se non tra i lavori più interessanti di Boesmans, comunque piacevole da ascoltare e che ben accompagna i fatti e le diverse trovate, quest’ultime spesso però ormai viste e riviste come quelle dello scambio dei pantaloni di diversa taglia. Dopo un inizio inutilmente lungo sulla ricerca nel dizionario delle isole Ebridi, qualche momento piacevole, la noia torna nel finale per un lavoro che se all’epoca di Feydeau doveva scandalizzare oggi al massimo fa superficialmente sorridere. Non convincono nemmeno le scene di Etienne Pluss, una stanza da letto che si apre per  la presentazione alla stampa dei vasi da notte, con le sedute a gradoni che però restano sino alla fine. La commedia finisce con tutti che bevono la purga e in alto viene proiettata l’immagine di Philippe Boesmans, ultimo omaggio della “famiglia” Monnaie al suo compositore residente per tanti anni.

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