Alice e le meraviglie sonore di Unsuk

Salutata da uno straordinario successo di pubblico già al suo debutto nel giugno scorso, torna in scena per alcune recite l'opera di Unsuk Chin tratta dal racconto di Lewis Carroll. Un successo che si ripete e che si deve in pari misura alla ricchissima partitura di Chin, al fantasioso e colorato spettacolo di Achim Freyer e alla bravura di una compagnia perfetta. C'è da sperare che l'opera entri stabilmente nel repertorio dei teatri d'opera.

Recensione
classica
Bayerische Staatsoper Monaco
Unsuk Chin
23 Novembre 2007
Se la felice trasposizione librettistica del drammaturgo David Henry Hwang e della stessa Chin rimane sostanzialmente fedele al testo originale, la musica di Unsuk Chin - mutevole come lo Stregatto - restituisce spessore alla favola del reverendo Dodgson attraverso un mondo di suoni costruiti con stupefacente sapienza e varietà di registri. Chin tesse per la sua favola un tessuto sonoro prezioso che spazia da sonorità rarefatte al parossismo fonico dell'orchestra pletorica 'alla Strauss', inventando fascinose alchimie timbriche e, come il ghigno dello Stregatto, arricchendola di appropriate quanto ironiche citazioni operistiche (riuscitissime quelle del raveliano atelier dell'orologiaio Torquemada e dell'incoronazione di Boris per il surreale dialogo sul tempo nel folle tea party di Alice). Le tiene testa Achim Freyer col suo bellissimo spettacolo di complessa semplicità, com'è la sua cifra da sempre: un piano nero fortemente inclinato che, come la superficie di un libro, si anima delle creature coloratissime che popolano la storia. Soli personaggi in scena Alice e la Regina, gli altri essendo maschere vuote o pupazzi, cui danno voce gli otto cantanti/Dodgson ai piedi della scena. Perfetta la compagnia di canto. Citiamo almeno Sally Matthews, Alice intensamente lirica, Dietrich Henschel, vocalista raffinato che mostra un inedito lato burlesco nel Cappellaio matto, Andrew Watts, sicuro Coniglio bianco, e Sine Bundgaard, impeccabile Gatto con i sinuosi ed impervi virtuosisimi vocali. La veterana Gwyneth Jones impersona non senza autoironia la Regina di Cuori, stralunata Turandot di insaziabili appetiti mortiferi. Kent Nagano concerta con grande dedizione e intensa passione, levigando e cesellando i suoni pensati dalla Chin per la formidabile Orchestra di Stato Bavarese.

Interpreti: Sally Matthews (Alice), Sine Bundgaard (Cat), Dietrich Henschel (Mad Hatter/Duck), Andrew Watts (White Rabbit/March Hare/Badger), Guy de Mey (Mouse/Dormouse/Pat/Cook/Invisible Man), Cynthia Jansen (Ugly Duchess/Owl/Two), Gwyneth Jones (Queen of Hearts), Steven Humes (King of Hearts/Old Man No.2/Crab), Christian Rieger (Old Man No.1/Eaglet/Five/Executioner /Fish-Footman), Rüdiger Trebes (Frog-Footman /Seven/ Dodo/Mock Turtle), Stefan Schneider (Caterpillar)

Regia: Achim Freyer

Scene: Achim Freyer; Luci: Achim Freyer; Video: Silke Holzach

Costumi: Nina Weitzner

Orchestra: Bayerisches Staatsorchester

Direttore: Kent Nagano

Coro: Chor der Bayerischen Staatsoper

Maestro Coro: Andrés Máspero

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