Brahms e Mozart per Conlon
A Bologna con l'Orchestra del Comunale

James Conlon, l’esperto direttore dell’Opera di Los Angeles torna a Bologna alla guida dell’Orchestra del Teatro Comunale per un concerto che affianca argutamente pagine di Mozart e di Brahms, al quale è dedicata la stagione sinfonica con un intero ciclo.
La serata si apre con l’ouverture di Lucio Silla, opera giovanile mozartiana, diretta da Conlon in modo solido e composto. L’equilibrio tra le sezioni orchestrali è ottimo: il dialogo tra archi e legni risulta intenso e bilanciato e in generale un’efficace gestione delle dinamiche, in particolare nei crescendo, garantisce una buona esecuzione.
Seguono gli intermezzi orchestrali tratti dalle musiche di scena per il dramma Thamos, re d’Egitto. Sebbene all’inizio gli aspetti più drammatici della composizione vengano infelicemente trascurati da un’ostinata ricerca della musicalità, Conlon riesce soprattutto negli ultimi due intermezzi a farli riemergere sottolineando i contrasti tra le sezioni in tonalità minore, cupe e fatalmente tragiche, e quelle in maggiore, prima serene e brillanti, a tratti spiritose, infine eroiche.
Dopo l’intervallo, Conlon dirige la Sinfonia n. 2 in Re maggiore di Brahms ottenendo un’esecuzione con sufficienti contrasti interni ai movimenti, ma troppo uniforme orizzontalmente. Il risultato è un’interpretazione coerente, ma di conseguenza poco raffinata. L’Allegro non troppo convince per vigore e per il riuscito equilibrio tra musicalità e drammaticità. Invece, la commovente poeticità pastorale dell’Adagio non troppo è spiacevolmente compromessa da un suono orchestrale con troppe “effe” e da una direzione eccessivamente e inopportunamente fedele al carattere imperioso e tragico del primo movimento, da cui il secondo sembra goffamente generato. L’Allegretto grazioso. Presto ma non assai riesce gradevolmente a suscitare un senso di malinconia anche nei momenti più dolci e rilassati. Infine, l’Allegro con spirito con il suo impeto violento e il finale travolgente strappa i calorosi appalusi del pubblico, in particolare per la sezione degli ottoni, veri protagonisti della sinfonia.
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