Dal Comunale di Bologna all'Ucraina

A pochi giorni dallo scoppio della guerra, l’ucraina Oksana Lyniv commuove in concerto 

Oksana Lyniv (Foto Andrea Ranzi)
Oksana Lyniv (Foto Andrea Ranzi)
Recensione
classica
Teatro Comunale Bologna
Concerto Oksana Lyniv
26 Febbraio 2022

 È nata in Ucraina Oksana Lyniv, la nuova direttrice musicale del Teatro Comunale di Bologna che fin dall’inizio dell’invasione militare nel suo Paese si sta esponendo attivamente diffondendo informazioni, dichiarazioni, partecipando a manifestazioni, facendo sentire la sua voce a supporto della sua nazione e invitando alla cessazione della violenza e alla difesa della democrazia. Dopo le parole, ha affidato lo stesso messaggio alla musica durante un sentitissimo concerto a Bologna con l’Orchestra del Teatro Comunale, già previsto nella Stagione, ma che è diventato un’occasione di incontro, raccoglimento, unione e solidarietà di una città verso la direttrice musicale del proprio teatro e tutti i suoi compatrioti. In apertura ha voluto aggiungere al programma il brano We are del connazionale Yuri Shevchenko, ispirato all’inno ucraino: le parole sue, quelle del sindaco Matteo Lepore e il carattere evocativo del brano hanno reso l’esecuzione satura di commozione.

Segue l’Adagio per archi di Samuel Barber, il quale, già di per sé intriso di lutto, diventa perfetto per riflettere sul momento storico, e che nella direzione di Lyniv con grande levità sorge, vibra e si esaurisce. La medesima atmosfera di intimità e rispetto emerge dal Concerto per clarinetto e orchestra di Aaron Copland, da partitura un lamento che si sviluppa in una seconda sezione brillante. Alessandro Carbonare al clarinetto solista è un mostro di bravura, e, agilissimo, gioca con il suo strumento e con il pubblico, capace di un’autoironia carismatica e travolgente.

Chiude la Sinfonia n. 9 in mi minore op. 95 “Dal nuovo mondo” di Dvorak: con la sua direzione asseverante, dal gesto ampio e interlocutorio, Lyniv non ordina, ma chiede, in dialogo continuo e confidenziale, e ottiene naufragi di note e molteplicità di colori.

Il pubblico, unanime, omaggia in piedi colei che sta sul podio e ciò che rappresenta, con tanto di bandiera gialla e blu drappeggiata al suo fianco: un concerto come questo fa riflettere sul fondamentale ruolo della musica per l’elaborazione da parte di una comunità di sentimenti complessi come quelli suscitati dallo scoppio di un conflitto armato, e allo stesso tempo sull’intrinseco valore dell’arte come veicolo di forti messaggi politici.

 

 

 

 

 

Se hai letto questa recensione, ti potrebbero interessare anche

classica

Napoli: per il Maggio della Musica

classica

Nuova opera sul dramma dell’emigrazione

classica

Un'interessantissima lettura della Nona