Viva Jobim!

Paula e Jaques Morelenbaum hanno chiuso il Padova Jazz Festival

Recensione
jazz
Padova Jazz - Miles Padova
20 Novembre 2016

In apertura del Padova Jazz Festival il violoncello di Ernst Reijseger, complice la voce di Mola Sylla, aveva portato il “jazz” nei territori del canto narrativo dell’Africa Occidentale. Nella serata di chiusura, il violoncello di Jaques Morelenbaum ha fatto da ponte fra il “jazz” e il repertorio di Antônio Carlos Jobim, forte di un’intesa che li ha visti condividere arrangiamenti e palco, con la Banda Nova, per dieci anni, fino al 1994. Il “jazz” si è preso più spazio nell’omaggio al repertorio di Jobim, soprattutto nella prima metà del concerto che ha visto protagonista la musica strumentale del Cello Samba Trio. Protagonista è la chitarra acustica di Lula Galvão a intrecciare contrappunti, dialoghi ed alternare spazi solistici con il violoncello, ora suonato con l’archetto, ora pizzicato, specie in funzione di accompagnamento. Nella splendida cornice della Sala dei Giganti di Padova, la voce di Morelenbaum è perfettamente udibile anche senza microfono quando decide di raddoppiare la melodia, anche perché l’accompagnamento di batteria di Rafael Barata è sempre molto attento non solo ai cambi di ritmo, ma anche al controllo delle dinamiche senza mai eccedere col volume. Da “Samba de uma nota so” a “Brigas nunca mais”, a “Radames e Pele” i classici si snodano riecheggiando vecchi arrangiamenti e proponendo soluzioni nuove anche per la composizione di Morelembaum in omaggio a Jobim, “Maracatuesday”, fino alla poesia pura di “Retrato em branco e preto” dove pare di ascoltare le parole di Chico Buarque. È un trio che non ti stanchi mai di ascoltare, in bilico fra solarità carioca e nutrienti cambi di passo e di armonia sempre sostenuti da un ottimo swing. La serata non sarebbe completa, però, senza un’altra serie di classici che danno spazio alla voce e al dialogo col pubblico intavolato da Paula Morelembaum, da “Aguas de março” a “Aguas de beber” passando per “Desafinado”, “Corcovado”, “A felicidade”, “Gabriela”, “Ela e’ carioca”, occasione per presentare il nuovo cd registrato dal quartetto proprio a Padova (al Teatro Verdi) nel 2014, Live in Italia. Omaggio a Jobim. Oltre trent’anni sullo stesso repertorio: qui sono in evidenza solo i vantaggi, nella capacità di coglierne poesia e sottigliezze armoniche, senza perdere in freschezza e comunicazione, con tutt’e quattro le voci sempre perfettamente udibili e in ascolto fra loro.

Se hai letto questa recensione, ti potrebbero interessare anche

jazz

Usato sicuro e un tocco british per il quarantunesimo Cully Jazz

jazz

Bel successo di pubblico per la prima edizione dello storico festival diretta da Joe Lovano

jazz

Applausi al teatro Bonci di Cesena per il debutto della suite Psycho-Chambers (Prisms #1 #2 #3) della Exploding Star Orchestra