Mehta straussiano
Milano: con la Filarmonica della Scala in una serata interamente dedicata a Richard Strauss
Recensione
classica
Till Eulenspiegels lustige Streiche, che ha aperto il concerto interamente dedicato a Richard Strauss, ha dimostrato come gli ottant'anni appena compiuti non abbiano tolto un briciolo di vitalità a Zubin Mehta e non ne abbiano scalfito la profonda complicità con la Filarmonica della Scala. I legni hanno dato un esempio di duttili tiri burloni, gli ottoni di compattezza, dolcissimi gli archi. In seconda battuta i Vier letzte Lieder con Krassimira Stoyanova per la prima volta alla Scala e presto di ritorno nei panni della Marschallin per Der Rosenkavalier (dal 4 giugno). Il soprano bulgaro ha mostrato generosità di voce, ma anche una durezza non troppo adatta alle sfumature della malinconia e del sogno; insomma si è rivelata più cantante che interprete di quello struggente addio a una cultura che non c'è più (meglio riusciti il terzo e il quarto lied dei primi due). Fortuna che Mehta le ha preparato una delicatissima coltre sonora che è servita da contrappeso all'esecuzione. In chiusura Also sprach Zarathustra ha ribadito la straordinaria naturalezza e assoluta precisione con le quali il direttore riesce a controllare l'organico. È anche un piacere vederlo dirigere, per l'eleganza del gesto e per come ogni minimo cenno completa il suo progetto esecutivo. Non una sbavatura, vigore e leggerezza in equilibrio assoluto.
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