Sokolov, grande romantico

Indimenticabile Chopin e Schubert a sorpresa gli Amici della Musica di Firenze

Recensione
classica
Amici della Musica Firenze
10 Febbraio 2014
Il ritorno di Grigory Sokolov a dieci anni di distanza dall’ultimo suo concerto agli Amici della Musica di Firenze, in un programma dedicato a Chopin (la Sonata n. 3 e una scelta di mazurke), ha segnato certamente una delle date memorabili delle ultime annate degli Amici. Pianista di un genere oramai rarissimo, erede delle trascorse grandezze dei Gilels e dei Richter nella formidabile possanza tecnica come nella tensione espressiva, Sokolov trasmette nelle sue esecuzioni dei grandi romantici un soffio epico e tragico – o al contrario, una luce lunare e un po’ inquietante, intima ma mai “domestica” - di così profondo respiro, di così straordinaria visionarietà ed eloquenza da far impallidire, al confronto con la sua grandiosa e sublime inattualità, tante esecuzioni più “moderne”. Quasi non ce le ricordavamo più, certe zampate del leone di accordi possenti e convulsi, o l’ampia, lenta e assorta contemplazione del Largo, o l’inarrivabile tensione tragica del finale della sonata. Ma poi non è stato meno sorprendente seguire il pensiero chopiniano di Sokolov nella studiata e preziosa impaginazione delle mazurke, con tre pezzi dell’op. 68 (a chiudere, la n. 4 in fa minore, non a caso l’estremo lascito chopiniano) a inquadrare l’op. 30 e l’op. 50 in una cerimonia delicata e un po’ spettrale, malinconica eppure piena di sorprese e di luminose evocazioni, sempre reinventando con geniale penetrazione la metrica e gli accenti naturali della danza. Ma dopo questo Chopin, Sokolov, festeggiatissimo da un pubblico entusiasta, ci ha regalato con i fuori programma quasi un altro tempo di concerto, imperniato su un altro mondo a lui caro, quello degli Improvvisi schubertiani, in bilico esatto fra nitore dell’articolazione e un oramai raro e squisito sentimento del canto.

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