Piano al potere!
Brad Mehldau ha chiuso con una prima assoluta la prestigiosa residenza alla Carnegie Hall
Recensione
jazz
Un “surplus di suono”. Brad Mehldau chiama così la forza sonora del suo “Piano Power”, il concerto presentato nel fine settimana alla Carnegie Hall di New York. Il live ha concluso un periodo importante per il pianista, diventato il primo musicista non classico ad avere l’onore di una residency nel prestigioso teatro di Manhattan. Eppure, nonostante la grandiosa bellezza della prima parte dell’esibizione, incentrata su due pianoforti (con l’aggiunta di Kevin Hays prima e di Timothy Andres poi), la parte più attesa è stata la prima mondiale delle composizioni commissionate a Mehldau direttamente dalla Carnegie Hall. Oltre ai due pianoforti, il jazzista ha aggiunto anche un intero plotone di grandiosi sassofonisti - da Joshua Redman a Chris Potter, tutti impegnati sia al sax tenore che con un altro strumento – e la voce di Becca Stevens.
Le nuove “Rock’n’Roll Dances” (n. 3 e 4) sono quasi interamente scritte. L’impatto dei sette sax all’unisono è spiazzante, l’effetto è simile a un suono elettronico, vibrante e metallico al tempo stesso. Mehldau ha ritagliato per sé stesso pochissimo spazio in primo piano, e anche quello per le improvvisazioni dei solisti è ristretto («del resto – ha detto il pianista prima di dare il via al concerto – quando si ha a che fare con giganti simili bastano poche note per capire il loro valore»). I fiati passano da motivi cantabilissimi a pura cacofonia, e tutto resta fortemente ancorato alla pagina scritta, che alterna episodi vigorosi e delicatissimi. Buona anche la scelta di presentare, nella prima parte, le opere di Patrick Zimmerli: l’ipnotica “Modern Music” e la deliziosa “Generatrix”, eseguite a quattro mani con Kevin Heys.
Interpreti: Brad Mehldau - Piano Timothy Andres - Piano; Kevin Hays - Piano; Chris Cheek - Sax tenore e baritono; Chris Potter - Sax tenore, alto e flauto; Joshua Redman - Sax tenore e soprano; Joris Roelofs - Sax tenore e clarinetto basso; Sam Sadigursky - Sax tenore, flauto e clarinetto; Greg Tardy - Sax tenore e clarinetto basso; Becca Stevens - Voce
Se hai letto questa recensione, ti potrebbero interessare anche
jazz
Il Bobo Stenson Trio ha inaugurato con successo la XXIX edizione del festival ParmaJazz Frontiere
jazz
Si chiude la stagione di Lupo 340 al Lido di Savio di Ravenna, in attesa di Area Sismica
jazz
Reportage-check up annuale da Saalfelden sullo stato dell'arte del jazz