Le ossessioni di Iphigénie

L'opera di Gluck in scena a Valencia con Violeta Urmana e Placido Domingo

Recensione
classica
Palau de Les Arts "Reina Sofía" Valencia
Christoph Willibald Gluck
13 Dicembre 2008
I loro corpi, i loro gesti sono a Tauride, ma le loro menti sono ancora a Micene, ossessionati da quei ricordi: un padre amato che ti vuole sacrificare, una madre uxoricida, un figlio matricida. Vivono fino alla fine ossessionati dal ricordo, Iphigénie e Oreste nel bell’allestimento di Stephen Wadsworth di “Iphigénie en Tauride” di Gluck che dopo il Metropolitan è approdato con successo al Palau de les Arts Reina Sofia di Valencia. Un’unica scena (di Thomas Lynch) divisa in tre sezioni: tempio, prigione e esterno, con l’ara sacrificale lì a dominare tutto e i due fratelli sempre in scena, a volte separati da un muro, ma a fare gli stessi gesti anche se non si sono ancora riconosciuti. L’opera si apre con l’incubo, visibile, di Iphigénie (Agamennone che vuole sacrificarla e Diana che la salva), mentre ad Oreste imprigionato apparirà lo spettro della madre, vestita di verde, e quel velo verde fino alla fine rimarrà tra le braccia di Iphigénie ossessionata dal ricordo, che solo l’abbraccio del fratello potrà sciogliere e pacificare. Violeta Urmana è una possente Iphigènie, Placido Domingo, perfettamente a suo agio in un ruolo baritonale, è un Oreste lacerato e toccante, Ismael Jordi è un appassionato Pylade, una bella voce lirica che i teatri italiani farebbero bene a tenere d’occhio. Efficacissime e emozionanti le “barbariche” coreografie di Daniel Pelzig. Sul podio dell’ottima Orquestra de la Comunitat Valenciana Patrick Fournillier è attento a calibrare impeto e lirismo delineando un Gluck che ha aperto la strada all’”Elektra” di Strauss. Trionfo finale con lancio di mazzetti di fiori gialli e rossi (i colori della Spagna, e di Valencia).

Note: Coproduction The Metropolitan Opera, New York Seattle Opera, Washington

Interpreti: Violeta Urmana, Plácido Domingo Ismael Jordi, Riccardo Zanellato Amparo Navarro, Ventseslav Anastasov (3, 9, 13) / Rodrigo Esteves (15, 18), Rocío Martínez, Carmen Romeu.

Regia: Stephen Wadsworth

Scene: Thomas Lynch

Costumi: Martin Pakledinaz

Coreografo: Daniel Pelzig

Orchestra: Orquestra de la Comunitat Valenciana

Direttore: Patrick Fournillier

Coro: Cor de Cambra Amalthea

Maestro Coro: David Gálvez

Se hai letto questa recensione, ti potrebbero interessare anche

classica

Bologna: il nuovo allestimento operistico dell’Orchestra Senzaspine ha debuttato al Teatro Duse

classica

Successo per Beethoven trascritto da Liszt al Lucca Classica Music Festival

classica

Non una sorta di bambino prodigio ma un direttore d’orchestra già maturo, che sa quello che vuole e come ottenerlo