Festa di Settembre per il Gay Men's Chorus

A Torino Settembre Musica il debutto italiano del più famoso coro omosessuale d'Europa: un programma vario e leggero, accolto da applausi calorosi.

Recensione
classica
Torino Settembre Musica Torino
12 Settembre 2006
Il pubblico curioso e trasversale di Settembre Musica abbraccia il Gay Men's Chorus fin dal suo primo apparire sul palco del Lingotto, trasformando in una festa il debutto italiano del più grande e famoso coro omosessuale d'Europa. Applausi anzitutto per il coraggio civile di una formazione che oggi, a quindici anni dall'esordio (improvvisato da sei ragazzi nei cunicoli della metropolitana londinese), conta 150 membri provenienti da 17 nazioni, tra cui due festeggiatissimi italiani. Il suono del Gay Men's Chorus, orchestrato da Charles Beale, Andrea Brown e Simon Sharp che si alternano al pianoforte e sul podio, ha un che di indeterminato, una fragilità timbrica e quella tendenza a schiacciarsi sul registro medio che spesso si fa risalire alla tradizione anglosassone dei grandi cori amatoriali. Non può neanche valersi di solisti di vaglia, ma ce la mette tutta, con disciplina e entusiasmo. Se il "Va' pensiero" e la buffa versione della "Montanara" risultano di gusto un po' alieno, va meglio con Dowland, Vaughan-Williams e gli spirituals (soprattutto "Motherless child", abisso improvviso di dolore in un programma nel complesso abbastanza radioso), ben eseguiti questi ultimi sia pure senza il graffio ritmico e la profondità polifonica che distinguono le interpretazioni memorabili dalle molte altre possibili. E meglio ancora alcuni numeri del repertorio leggero e operettistico nella seconda parte dello spettacolo, quando i coristi rientrano in scena indossando sgargianti magliette verdi con su scritto il proverbio "Chi di verde si veste, di beltà sua si fida". Spiccano "All girl band", "Back in Business", "Rhythm of Life" a coro ristretto e naturalmente "Keep it Gay" di Rodgers-Hammerstein, che conclude pudicamente accennando un tripudio di ventagli rossi.

Interpreti: London Gay Men´s Chorus; Simon Sharpe, pianoforte

Direttore: Charles Beale

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