Le assurdità del pubblico e il teatro dell'assurdo

Un bell'allestimento del Broucek va in scena presso la Volksoper di Vienna di fronte a un pubblico esiguo ma soddisfatto. Solido il cast e la prestazione dell'orchestra. Una regia avvincente conduce con soluzioni chiare attraverso una trama fitta e onirica fatta di molti piani temporali e spaziali.

Recensione
classica
Volksoper Vienna
Leos Janacek
18 Febbraio 2006
La condotta drammaturgica della Volksoper di Vienna si permette ogni tanto qualche licenza mettendo in cartellone rarità e delizie del repertorio operistico. Peccato che non sempre il pubblico sia in grado di apprezzare e ricompensare questi slanci. Non si spiega altrimenti come mai la prima del Broucek di Janacek non fosse esaurita fino all'ultimo posto e così tante poltrone in platea fossero vuote, un comportamento del pubblico che si potrebbe definire assurdo, così come il soggetto dell'opera sulla scena. Di fronte alla complessa e surreale vicenda del Broucek, come spesso in Janacek lacerata tra diversi piani spaziali e temporali, la regia della Sündermann si definisce per estrema chiarezza e lineaerità, aiutata anche da alcune proiezioni e giochi di luce e da una scena e da costumi sempre variopinti e diversificati che hanno reso l'allestimento avvincente. Sotto la guida intelligente e analitica della Jones l'orchestra della Volksoper brilla per raffinatezza, precisione e coordinazione. La Jones sceglie di illustrare le due parti dell'opera, nate a 10 anni di distanza, senza volerle omogeneizzare, ma evidenziandone le intime contraddizioni. Il cast dei cantanti è compatto e solido, senza discrepanze tra le parti principali e secondarie. Ovviamente Zednik domina, è ininterrottamente presente in scena e in un connubio riuscito di recitazione e declamazione rende il goffo e qualunquista Broucek senza rendercelo odioso, ma portandone in primo piano l'aspetto umano e universale. Oltre al coro meritano una speciale menzione Sist e Lienbacher. Entrambi convincono per duttile presenza scenica e rotondità della voce. In definitiva, un allestimento più che riuscito. Forse si spargerà la voce e le repliche saranno più affollate della prima: l'ennesima assurdità.

Interpreti: Edith Lienbacher, Jennifer O'Loughin, Andrea Bönig, Heinz Zednik, Ferdinand Von Bothmer, Christian Sist, Mathias Hausmann, Daniel Schmutzhard, Sebastian Rheintaller, Christian Drescher, Stephen Chaundy 

Regia: Anja Sündermann

Scene: Alexander Weig

Costumi: Claudia Kofler

Direttore: Julia Jones

Maestro Coro: Michael Tomaschek

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