Omaggio a Gulda e alla musica

Un omaggio a Friedrich Gulda e un segno di continuità in nome di una musica sempre vicina all'anima. Una Argerich che, con Schumann e Prokof'ev, trasforma l'acquisito in inatteso.

Recensione
classica
Cirque Royal Bruxelles
12 Febbraio 2005
Tante sono le componenti e le figure di riferimento che plasmano un interprete musicale. Gulda non solo è stato il professore che ha accolto la Argerich a Vienna ma, a lui, si deve la grande sensibilità e capacità d'ascolto che diede facoltà, a quella matassa di genio e talento, di districarsi e prendere il volo. Un Gulda che, ancora oggi, sorprende la Argerich per le sue interpretazioni mozartiane, e che fa ormai parte di lei, per il rispetto profondo e l'apertura nei confronti della musica. Il concerto di Bruxelles, fedele a questa filosofia, era concepito in tre parti: la prima contemporanea, la seconda schumanniana e la conclusiva dedicata a Prokof'ev. Un grande omaggio a questi due interpreti, con la partecipazione di giovani musicisti. Di notevole suggestione il Concerto per violoncello e piccola orchestra di Gulda, un brano ancora poco eseguito ma estremamente efficace grazie all'abilità nell'associare melodie, strumenti e ritmi apparentemente lontani. Dopo l'omaggio a Gulda, con tanto d'improvvisazioni jazz, gli accenti sono tornati più intimistici, virtuosi e ben amalgamati in Schumann. Incantatori il vibrato del violino di Geza Hosszu Legocky -d'origini zigane- e la complicità fra violino e violoncello dei fratelli Capuçon. Al termine del concerto, durato oltre la mezzanotte, e bissato con Beethoven, un Prokof'ev orchestrale pieno di slanci ritmici e melodici con grande merito del direttore ginevrino d'adozione e dell'orchestra locale. Una gran maratona anche per la Argerich che, quando interpreta questi due compositori, riesce a trasformare l'acquisito in inatteso.

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