Eccellente Olandese Volante

In attesa di chiudere il ciclo del "Ring", programmato verso la fine del 2001, il Teatro "Verdi" di Trieste ha messo in scena ieri sera L'Olandese Volante, l'opera romantica della rivelazione wagneriana.

Recensione
classica
Teatro Lirico Giuseppe Verdi Trieste
Richard Wagner
17 Gennaio 2001
In attesa di chiudere il ciclo del "Ring", programmato verso la fine del 2001, il Teatro "Verdi" di Trieste ha messo in scena ieri sera L'Olandese Volante, l'opera romantica della rivelazione wagneriana. Eppure, nonostante la consolidata consuetudine del capoluogo giuliano con i drammi musicali del Maestro tedesco, realizzati sempre con grande acribia ed efficacia, tra il 1894 e il 1986 L'Olandese Volante è "approdato" sul palcoscenico triestino solamente sei volte. Assente dal 1986, il lavoro, nell'allestimento fornito dal Teatro La Fenice di Venezia, è stato dunque accolto calorosamente dal pubblico. La ragione di tanto entusiasmo si annida nella titanica prova di Albert Dohmen, già impostosi come uno dei più validi Wothan degli ultimi anni, che ha affrontato ora, per la prima volta ed espressamente per il Teatro "Verdi", il ruolo dell'Olandese. Dotato di un timbro baritonale scuro e robusto e di pregevole prestanza scenica, Dohmen ha disegnato un Olandese di formidabile spessore drammatico. Corretta ma poco incisiva è apparsa invece Elisabeth Maria Wachutka che, munita di mezzi vocali troppo chiari, non è riuscita a scolpire appieno gli accenti folli e appassionati di Senta. Buone le prestazioni di Erik Knodt e di Ronald Hamilton, rispettivamente nei panni di Daland e di Erik. Alla guida dell'orchestra (con qualche incertezza degli ottoni nel Vorspiel e altrove) e del coro, compatto e sempre all'altezza della situazione, si è imposto il giovane russo Alexander Vedernikov che ha offerto una lettura vibrante della partitura. Elegante la regia di Giulio Ciabatti, risolta secondo tradizione. Applausi prolungati. Tra i soliti noti locali spiccava il look appariscente di Ramona Badescu, inconsueta ospite della città.

Interpreti: Dohmen/Peo, Wachutka/Behnke, Hamilton/Sunnegardh, Wulkopf/Ejsing, Kristinsson/Knodt, Siegel/Lazar

Regia: Giulio Ciabatti

Costumi: Sergio D'Osmo

Orchestra: Orchestra del Teatro Verdi di Trieste

Direttore: Alexander Vedernikov

Coro: Coro del Teatro Verdi di Trieste

Maestro Coro: Ine Meisters

Se hai letto questa recensione, ti potrebbero interessare anche

classica

Non una sorta di bambino prodigio ma un direttore d’orchestra già maturo, che sa quello che vuole e come ottenerlo

classica

Napoli: per il Maggio della Musica

classica

Nuova opera sul dramma dell’emigrazione