Quadri per un pianoforte

Il singolare progetto di Leif Ove Andsnes e Robin Rhode

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«Riportare I quadri di un'esposizione di Mussorgskij alle arti visive» è un'idea tanto semplice quanto affascinante, se a realizzarla sono un giovane pianista norvegese di fama internazionale come Leif Ove Andsnes e un artista sudafricano tra i più interessanti del panorama contemporaneo come Robin Rhode. Ma Pictures Reframed, il lavoro pubblicato il 23 ottobre da Emi Classic (doppia edizione: cd o cofanetto con cd, dvd e libro) e presentato in showcase ieri alla Salumeria della Musica di Milano è qualcosa di più di una rivisitazione di musica del passato. I due artisti hanno scelto di fare dialogare l'opera di Mussorgskij con forme di espressione contemporanee, portando così in evidenza (pur senza forzarla) l'estrema modernità della musica del compositore russo. I 15 momenti di cui si compone la suite (10 quadri e 5 promenades), corrispondono ad altrettanti video di Rhode che riprendono e sviluppano attraverso vari linguaggi, suggestioni ricavate dalla musica e dalle realizzazioni originali di Viktor Hartman a cui la composizione era originalmente ispirata. Non si tratta però di un andamento didascalico: Pictures Reframed, che sarà presentato in tournée mondiale a partire dal 13 novembre, con Napoli unica tappa italiana il 7 dicembre, è pensato come un evento audiovisivo che immerge l'esecutore e il pubblico in un'ambientazione iconica in continua trasformazione, realizzata mediante vari schermi Lcd che conferiscono profondità e prospettiva al concerto. La musica può così vivere di vita propria e allo stesso tempo è "amplificata" dal lavoro visivo. «E' una musica che ha un forte impatto fisico su chi ascolta, e questo le permette di non "sparire" nel video come invece altre volte succede; - spiega Leif Ove Andsnes - la modernità dei Quadri di un'esposizione sta forse nell'essere un'opera in un certo senso aperta, oltre a essere una delle composizioni più selvagge mai scritte nella storia della musica». Non a caso è uno dei lavori più rivisitati nel secolo scorso, dall'orchestrazione di Ravel alla lettura progressive rock degli Emerson Lake and Palmer. Anche Andses, soprattutto a partire dalla celebre interpretazione di Horowitz, ha deciso di prendersi le sue libertà per rendere una scrittura pianistica originale che giudica a tratti poco efficace: il risultato è una maggiore spazialità che ben si presta alle vie di fuga proposte dai video di Rhode. Uno dei momenti più suggestivi è in corrispondenza del quadro finale, quando un pianoforte viene letteralmente annegato in tonnellate d'acqua, un vero e proprio naufragio della musica di Mussorgskij, collegato in un certo senso alla cancellazione dell'ambizioso progetto architettonico di Hartman di realizzare la grande porta di Kiev al cui disegno l'ultimo brano si ispira. La felice integrazione tra un pianista norvegese, un artista sudafricano e musica russa dell'Ottocento scaturisce in un'incoraggiante proposta per un pubblico ampio, «non tanto perché Mussorgskij ne avesse bisogno, quanto perché è il presente a richiedere nuove forme di contaminazione». (Maurizio Corbella)

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