Presentato a Parigi il Festival d’Aix-en-Provence 2026
Tra le nuove produzioni, Accabadora di Francesco Filidei con la regia di Valentina Carrasco
13 dicembre 2025 • 4 minuti di lettura
Com’è ormai consuetudine, presentato in anteprima a Parigi, quest’anno all’Istituto italiano di Cultura, il Festival d’Aix-en-Provence che sarà svelato poi nei dettagli a fine gennaio ad Aix. Un’edizione, la 2026, che è stata ideata da Pierre Audi, scomparso improvvisamente lo scorso maggio, e portata aventi dal suo successore, lo statunitense Ted Huffman. Il Festival, che si svolgerà dal 2 al 21 luglio, ha come tema “alla ricerca dell’umanità”, di ciò che ci distingue come umani, dalla nascita alla morte, una ricerca della propria anima intrisa di percorsi iniziatici, di simboli e di riflessioni filosofiche, con quattro nuove produzioni e la ripresa del Requiem di Mozart ideato nel 2019 da Romeo Castellucci e Raphaël Pichon. Ci sarà innanzitutto una nuova produzione de Il Flauto magico di Mozart, poi un nuovo Die Frau ohne Schatten (La donna senza ombra) di Richard Strauss, la creazione mondiale Accabadora di Francesco Filidei, quest’ultimo presente alla conferenza stampa a Parigi insieme alla regista Valentina Carrasco, e una nuova produzione di El Cimarrón di Hans Werner Henze.
Die Zauberflöte è stato affidato al maestro Leonardo García-Alarcón e alla Cappella Mediterranea, ensemble dalle sonorità latine che sarà interessante sentire confrontarsi con Mozart. La regia è affidata a Clément Cogitore che torna a collaborare con Alarcón dopo Les Indes Galantes del 2019. Tra gli interpreti il soprano Sabine Devieilhe come Regina della notte e il basso Brindley Sherratt come Sarastro, mentre le altre due coppie di interpreti sono affidate a giovani emergenti. Cogitore, presente pure alla conferenza stampa, ha anticipato che le sue scene saranno molto leggere con immagini proiettate che dialogano anche con i personaggi.
La seconda nuova produzione è la versione novecentesca del flauto magico, paragone fatto dal suo stesso librettista, Hugo von Hofmannsthal, con protagoniste pure due coppie, l'imperatore e l’imperatrice e il tintore con la moglie, ma dove si approfondisce invece il tema della sterilità perché le due donne non riescono ad avere figli. Il podio è affidato al giovane maestro Klaus Mäkelä, per la prima volta alle prese con un’opera di una tale complessità, alla testa dell'Orchestre de Paris e in collaborazione per la regia con il visionario Barrie Kosky, per la quarta volta al Festival, che promette delle scene molto epurate in contrasto con la complessità del testo. Tra gli interpreti, il debutto di Michael Spyres nel ruolo difficilissimo dell’Imperatore e del soprano Tamara Wilson come la moglie del tintore, al loro fianco, tra gli altri, pure i soprano Nina Stemme (die Amme, la nutrice) e Vida Miknevičiūtė (l’Imperatrice).
Accabadora, ispirato all’omonimo lavoro di Michela Murgia, racconta invece delle donne che nella tradizione della Sardegna accompagnano i moribondi nel loro ultimo viaggio, viste come seconde ed ultime madri, di un’altra maternità, levatrici verso la morte. Un tema che da tempo affascinava Francesco Filidei e che ha coinvolto pure profondamente la regista e scenografa Valentina Carrasco. Il libretto dell’opera doveva essere scritto dalla stessa Murgia, ma non ha fatto in tempo, ed è di Filidei in collaborazione con Manuelle Mureddu, in italiano con soltanto il coro in sardo, un coro “che sarà quasi un doppio dell’orchestra” ha anticipato Filidei. Concepita come un'opera da camera, a dirigerla sarà Lucie Leguay alla testa dell'Orchestra dell'Opera di Lyon. Gli interpreti sono tutti giovani artisti, anche in questo caso con diversi cantanti che provengono dall’Acadèmie del Festival, nei ruoli principali il contralto Noa Frenkel (l’Accabadora) e Rachel Masclet, Lodovico Filippo Ravizza et Victoire Bunel.
La composizione scenico vocale di Hans Werner Henze, El Cimarrón, con libretto di Hans Magnus Enzensberger, per baritono e tre musicisti (chitarra, flauti e percussioni), che racconta di uno schiavo che si libera e fugge in una foresta, creata a Berlino nel 1970, è affidata invece alla regista Elayce Ismail che debutta ad Aix, con il cast ancora in corso di definizione. Si riprenderà infine il Requiem di Mozart nella visione scenica di Castellucci e con la parte musicale curata da Raphaël Pichon e il suo gruppo, coro e orchestra, Pygmalion. In forma di concerto, poi la programmazione prevede Les Vêpres siciliennes di Verdi, sul podio Daniele Rustioni e tra gli interpreti John Osborn, Nicola Alaimo e Christian Van Horn; nonché il Castello di Barbablù di Bela Bartok con Klaus Mäkelä alla direzione dell’Orchestre de Paris e con interpreti Gerald Finley e Irene Roberts. Completano l’offerta, quattro recital vocali (Michael Spyres, Sonya Yoncheva, Benjamin Bernheim e Ailyn Pérez), e una serie di concerti strumentali, uno anche con la voce del baritono Stéphane Degout, e di jazz e musica mediterranea.