L’Istituzione Universitaria dei Concerti fa ottantuno
Annunciato il programma della stagione 2025/2026
12 settembre 2025 • 6 minuti di lettura

Tanti grandi interpreti italiani e tante stelle internazionali, spazio ai talenti della nuova generazione, attenzione alla musica moderna e contemporanea, incursioni nel repertorio jazzistico e nella musica da film, musica etnica. Tutto questo si concretizzerà in numerose produzioni originali, in prime esecuzioni, in omaggi non formali a compositori di cui nel 2025 e 2026 si celebra il centenario o il cinquantenario, in una speciale ricostruzione sonora del Cantico di Frate Sole di San Francesco. Questa è una panoramica non esaustiva della prossima stagione della IUC – Istituzione Universitaria dei Concerti, che da ottantuno anni si svolge a Roma nell’Aula Magna della Sapienza, capace di quasi mille posti e dominata da un grande affresco di Mario Sironi, realizzato nel 1935.
La stagione sarà inaugurata l’11 ottobre con Haydn e Mozart (le sue rare Vesperae Solemnes de Confessore) con Enrico Pagano sul podio dell’Orchestra da Camera Canova – formazione basata in Lombardia e da anni in residenza alla IUC – e dell’Intende Voci Ensemble. Poi si prosegue per un totale di 37 concerti, di cui 34 in abbonamento. Già il concerto successivo fa intendere quanto varia e scapricciata sia la programmazione: sarà infatti la volta del duo comico musicale Jgudesman&Joo, che ha debuttato a Roma proprio alla IUC e ora sta compiendo il suo tour d’addio con questo concerto intitolato ”Coda- The final show”. Il terzo concerto avrà come protagonista Fazil Say, primo di una serie di star affermate o nascenti del pianoforte. Procedendo in ordine cronologico, dopo Say si esibiranno alla IUC il vincitore del Premio “Chopin” di Varsavia 2025 (il cui nome sarà reso noto ad ottobre), il giovane giapponese Hayato Sumino, il giovane italiano Alexander Gadjiev, Yulianna Avdeeva (anche lei ha fatto il suo debutto a Roma in quanto vincitrice del Concorso “Chopin”, nel 2010), l’altro giovane giapponese Mao Fujita (che proprio in questi giorni ha debuttato a Milano con la Filarmonica della Scala) e Alexander Lonquich. Una segnalazione speciale merita il concerto dedicato al centenario della nascita di Aldo Ciccolini, da una parte erede della grande scuola a pianistica napoletana e dall’altra prezioso interprete della musica francese: il suo allievo Marco Scolastra eseguirà musiche di Rossini e Satie.
Passando ai violinisti, si ascolteranno la coreana Bomsori Kim in duo col pianista tedesco Thomas Hoppe e la tedesca Veronica Eberle con l’ungherese Denes Varjon: si potranno mettere a confronto le loro interpretazioni di due Sonate di Beethoven. Diversamente da quel che ci si potrebbe aspettare, sono più numerosi i duo violoncello-pianoforte, tra cui spicca quello formato da Luigi Piovano, primo violoncello dell’Orchestra di Santa Cecilia, e da Antonio Pappano, che di quell’orchestra è stato direttore musicale per quasi vent’anni e che è anche un validissimo pianista. Un altro consolidato duo violoncello-pianoforte è quello formato da Luca Pincini e Gildà Butta, che per tanti anni hanno lavorato a stretto contatto con Ennio Morricone, a cui dedicheranno il loro concerto, spaziando dalla sua musica “assoluta” (di cui il compositore due volte premio Oscar era particolarmente orgoglioso) a quella per il cinema. Un altro duo violoncello-pianoforte ospitato all’Aula Magna è quello formato da due trentenni, ovvero Andrei Jonita, uno dei più apprezzati violoncellisti della giovane generazione, e da Nathalia Milstein, discendente da un’illustre famiglia di musicisti russi. È per violoncello solo il concerto di Mario Brunelle, dedicato a Bach e Weinberg, compositore polacco-russo scampato alla shoah e riscoperto solo in questi anni.
Passando ai trii, si potranno ascoltare due eccellenti formazioni che riuniscono ognuna tre solisti di primissimo piano. Il flautista Emmanuel Pahud (primo flauto dei Berliner Philharmoniker e uno dei migliori flautisti in assoluto) insieme al clavicembalista Trevor Pinnock e al violoncellista Johathan Manson (due eccellenze nel campo della musica barocca) dedica il suo concerto interamente a Bach. Il GGG Trio (quest’originale denominazione deriva dalle iniziali dei nomi dei suoi tre suoi componenti, ovvero Gidon Kremer, Giedrè Dirvanuaskité e Georgijs Osokins) suona musiche di Pärt e Šostakovič.
Ma l’emblema della musica da camera è il quartetto e la IUC ne ospiterà alcuni dei migliori del panorama attuale. Il Quartetto di Cremona proseguirà l’interale dei tre quartetti di Schumann e dei sei di Bartok, iniziata lo scorso anno, e tornerà poi insieme al clarinettista Pedro Barragan per offrire il meraviglioso Quintetto K 581 “Stadler” di Mozart. E dalla Francia, dall’Ungheria e dalla Danimarca verranno altri tre splendidi quartetti, ovvero il Modigliani, il Takacs e il Quartetto Danese.
Anche la voce è da sempre protagonista della musica da camera. Basti pensare agli oltre seicento Lieder scritti da Schubert: il suo ciclo Das Schwanengesang sarà eseguito da un interprete raffinato quanto coinvolgente ed emozionante come Ian Bostridge. Un mondo musicale molto diverso (almeno in apparenza) è quello a cui invita Peppe Servillo, che sotto il titolo “Di cosa vive l’uomo” riunisce Kurt Weill e Bertolt Brecht. Il soprano danese Susanne Bungard, accompagnata da un gruppo di strumentisti “barocchi”, invita ad un affascinante viaggio musicale che spazia da Stradella a Leonard Cohen, passando per Mozart, Wolf-Ferrari, Hindemith e altri ancora.
Spesso ai classici è accostato qualche brano dei nostri giorni ma vari concerti sono dedicati interamente alla musica moderna e contemporanea. Si ricorderanno gli anniversari di alcuni dei maggiori compositori del ventesimo secolo: in particolare i cento anni dalla nascita di Boulez, Clementi e Berio e i cinquanta dalla morte di Dallapiccola saranno ricordati nel concerto di MDI Ensemble e del soprano Cristina Zavalloni, interpreti d’eccellenza della musica contemporanea. Un altro anniversario - ma di un compositore ancora attivissimo - è il novantesimo compleanno di Arvo Pärt, di cui il trio Zurria-Pizzo-Ricevuto (flauto, pianoforte e percussioni) eseguirà quattro brani, accostandoli a quelli di altri due compositori estoni, di un georgiano e di un ucraino, offrendo così un sintetico panorama della musica contemporanea negli stati dell’ex URSS. Un altro concerto darà la possibilità di ascoltare una composizione del nostro secolo che – rara avis – ha incontrato un’ottima accoglienza da parte del pubblico ed ha già avuto varie esecuzioni: è Apokàlypsis di Marcello Panni, che dirigerà personalmente il variegato gruppo d’interpreti (coro, coro di voci bianche, banda, attori) richiesto da questa sua partitura. Ospite d’eccellenza il Cardinale Gianfranco Ravasi, che leggerà una sua prolusione a questa Apocalisse. Anche il concerto conclusivo del 16 maggio sarà dedicato alla musica del nostro tempo: Gabriele Bonolis dirigerà L’ultima estate di Marcello Filotei, che rievoca il terremoto che nel 2016 sconvolse le zone appenniniche dell’Italia centrale. L’intensità, la profondità e la sincerità con cui il compositore rivive quei tragici eventi, che gli portarono via i suoi affetti più cari, hanno già valso varie esecuzioni a questa composizione, che ora giungerà per la prima volta a Roma.
Facciamo un salto indietro di ottocento anni con l’Ensemble Micrologus, che presenta un programma di musiche medioevali intitolato “Alle origini della lauda italiana nell’ottavo centenario del Cantico di frate Sole”. Come in ogni stagione della IUC c’è spazio anche per il jazz, con la serata di un quartetto nato dalla collaborazione tra Fabio Zeppetella e Rita Marcotulli che firmano tutte le composizioni di questo loro nuovo progetto, che ci riporta ai valori e alla freschezza del grande jazz. Con loro altri due grandi interpreti del jazz italiano come Ares Tavolazzi e Roberto Gatto. Fuori da ogni possibilità d’incasellarlo in un genere o in altro è The Bass Gang, che nel concerto intitolato “Un poker di Contrabb Assi, Pizz’n’Bach’n’Rock&Roll” si scatena passando da Vivaldi a Santana.
Concludiamo questa rassegna della stagione con le orchestre da camera. L’Accademia Bizantina diretta da Ottavio Dantone accosta Bach a due musicisti apprezzati più di lui nel Settecento, ovvero il suo stesso figlio Carl Philipp Emanuel e Telemann. L’Orchestra da Camera Canova ritornerà per un secondo concerto insieme al suo direttore Enrico Pagano, dividendosi tra Bach e Piazzolla.
La varietà e la qualità, la fantasia e l’interesse della prossima stagione della IUC risaltano chiaramente da questa corsa tra i tanti concerti in programma. Ma inevitabilmente qualcosa è restato fuori. Qui il programma dettagliato