L’Holland Festival oltre le frontiere

Presentato il programma dell’edizione 2018, che si apre il 7 giugno ad Amsterdam

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George Benjamin
George Benjamin

Particolarmente ricca di proposte l' edizione  numero 71 dell’Holland Festival, in programma ad Amsterdam dal 7 giugno al 1 luglio, il secondo e ultimo curato da Ruth Mackenzie, che solo qualche settimana fa ha dichiarato a sorpresa l’indisponibilità a proseguire nella direzione artistica del più importante festival olandese nonostante le anticipazioni per il 2019 del monumentale progetto LICHT dedicato a Karlheinz Stockhausen e delle residenze artistiche di William Kentridge and Faustin Linyekula.

Quanto al programma 2018, compositore in focus sarà il britannico George Benjamin, di cui dal 25 giugno verrà ripresa ad Amsterdam la nuova opera Lessons in Love and Violence a solo qualche settimana dalla prima mondiale londinese con la direzione dello stesso Benjamin e la regia di Katie Michell (repliche fino al 5 luglio). In cartellone anche una ripresa semiscenica della fortunatissima opera precedente di Benjamin, Written on Skin, con la Mahler Chamber Orchestra diretta da Lawrence Renes il 28 giugno. Del compositore britannico in programma anche Sometimes Voices ai concerti della serie Proms e un’improvvisazione al pianoforte come accompagnamento musicale al film Der müde Tod (Destino, 1921) di Fritz Lang.

L’annuale edizione del festival sarà aperta dal concerto multimediale Richter’s Patterns con opere pittoriche di Gerhard Richter e musica di Marcus Schmickler eseguite dall’Ensemble Musikfabrik, cui farà seguito Rothko Chapel di Morton Feldman eseguito dalla Cappella Amsterdam. Multimedialità e interdisciplinarietà sono da anni cifre della programmazione dell’Holland Festival, che per questa edizione invita artisti ad superare i confini e non solo fra generi. Accanto ai grandi nomi della scena europea, come lo svizzero Christoph Marthaler, presente con l’ultima creazione Tiefer Schweb prodotta dai Münchner Kammerspiele (28-30 giugno), lo spagnolo Calixto Bieito, che si ispira ai saggi The Burnout Society di Byung-Chul Han e The Anatomy of Melancholy di Robert Burton per l’insolito The String Quartet's Guide to Sex and Anxiety con lo Heath Quartet (13-14 giugno), e Steve MacQueen, che porta la videoinstallazione End Credits dedicata al cantante e attivista nero Paul Robertson (dal 10 giugno), anche la tragedia greca rivista “al pansori” dal coreano Ong Keng Sen e dalla National Changgeuk Company of Korea in Trojan Women (8-10 giugno), l’incontro fra l’armeno Gurdjieff Ensemble e il siriano Hewar Ensemble per una serata che combina musica della tradizione araba e jazz con la tradizione colta occidentale (22 giugno), la Metropole Orkest con solisti siriani di jazz band (8-9 giugno) e le storie di emigrazione di un ristorante vietnamita a Parigi di Saigon della francese Caroline Guiela Nguyen con la compagnia Les hommes approximatifs (13-14 giugno). Fra gli altri eventi musicali in cartellone, concerti del Kronos Quartet con il cantante iraniano Mahsa Vahdat, dell’americano Jherek Bischoff, del vietnamita Vân-Ánh Võ, del malinese Trio Da Kali, e del Klangforum Wien impegnato in hyena pezzo dell’austriaco George Friedrich Haas che nasce da una battaglia personale contro l’acolismo. Più tradizionale il contributo dell’Opera Nazionale Olandese, che a partire dal 3 giugno e repliche lungo tutta la durata del festival proporrà una nuova edizione di Les contes d’Hoffmann con la direzione di Carlo Rizzi e la regia di Tobias Kratzer. Per il quarto anno tornano i concerti dei proms all’aperto nello spazio antistante il glorioso Concertgebouw. Molte le prime assolute: We came in peace for all mankind per 12 pianoforti gran coda e 12 corni di Daníel Bjarnason, il network di musicisti di s t a r g a z e in Blackstar di David Bowie con le cantanti Anna Calvi e Laetitia Sadier degli Stereolab.

Tradizionalmente ricco anche il programma della danza, che presenta una coreografia del greco Dimitris Papaioannou per il Tanztheater Wuppertal, il primo pezzo inedito dalla morte di Pina Bausch (20-22 giugno), il tributo alle donne guerriere di Legacy della coreografa Nadia Beugré (19-20 giugno), Kata per Compagnie par Terre della coreografa francese Anne Nguyen (9 giugno), e l’assolo The Way You Sound Tonight dell’olandese Arno Schuitemaker (17-18 giugno).

 

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