Le elezioni delle Rsu negli Istituti

I voti nel comparto Afam

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Con quasi due anni di ritardo dalla scadenza e dopo numerosi rinvii, si sono svolte (5-7 marzo 2012), nei vari comparti della pubblica amministrazione, le elezioni per il rinnovo delle RSU, che si occupano dell'organizzazione del lavoro in ogni Istituto. Nel comparto AFAM (Accademie Belle arti, di Arte drammatica e Danza, Conservatorio di musica, Istituti musicali pareggiati, ISIA) le liste presentate sono state significative di sei sigle sindacali: FLC CGIL, CISL, UIL, UNAMS e ABC, quest'ultimo nato dalla diaspora CISL e presente soprattutto nei conservatorii. Altre due liste minoritarie le ha presentate SNALS e COBAS. Voto importante in quanto il Ministero calcolerà anche la rappresentatività per le contrattazioni nazionali. Su un totale di 9365 addetti hanno votato in 7230; la partecipazione è stata del 77.2% leggermente in calo rispetto al 2007 che ha visto partecipare l'81,92% del personale. In palio c'erano 294 seggi per 95 sedi di voto. Anche se i dati devono ancora essere ufficializzati da parte dell'ARAN, l'Agenzia di contrattazione della pubblica amministrazione, i risultati ufficiosi vedono la FLC CGIL conquistare 103 seggi e piazzarsi come primo sindacato del comparto. Seguono UNAMS con 68, CISL 56, UIL 38 e ABC 14, SNALS 10 e COBAS 5 seggi. Altro dato significativo è che i due terzi degli eletti sono docenti. In tre sedi Roma, Lucca e Terni le elezioni andranno rifatte per mancanza di sufficienti candidati. Il lieve calo di partecipazione non sembra rappresentare un "voto" di protesta; troppe sono le incognite per tentare una lettura di questo tipo. Fra il personale tutto, tenendo presente che la sindacalizzazione nel comparto è piuttosto scarsa, è prevalsa la voglia di 'partecipare' anche alla vita gestionale del proprio Istituto, nella consapevolezza che non è sufficiente svolgere il proprio impegno di lavoro, isolati nel "singolo particulare", bensì recuperando una dimensione collegiale, l'unica adatta a realizzare con efficacia i propositi riformatori e le istanze dell'autonomia. Affinché queste parole non rimangano senza senso e lettera morta. Ai sindacati tutti il compito, ora, di interpretare dignitosamente e con credibilità le attese del personale docente e non docente.

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