Le chiese francesi suonano barocco

Roma: la seconda edizione del festival "Cinque perle del Barocco"

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Annunciata la II edizione del festival "Cinque Perle del Barocco" nelle cinque chiese francesi di Roma (4 - 12 giugno), iniziativa del Centro culturale San Luigi dell'Ambasciata di Francia Presso la Santa Sede. Ne parlo con il direttore artistico Alessandro Stella (nella foto). Perché un festival di musica barocca nelle chiese francesi? Alla base del Festival 'Le Cinque Perle del Barocco', c'è la volontà di valorizzare il patrimonio architettonico rappresentato dalle cinque chiese francesi a Roma, proprietà dei Pii Stabilimenti di Roma e Loreto, facendole rivivere attraverso la musica che vi risuonava nel Barocco. Tra l'altro, due sono raramente accessibili: S. Ivo dei Bretoni e S. Nicola dei Lorenesi. Punto di partenza, la grande storia musicale di San Luigi dei Francesi: nel XVII secolo ospitava musicisti del calibro d'Arcangelo Corelli. Il concerto inaugurale in S. Luigi sarà preceduto da una giornata di studi su J. Lionnet - grande musicologo francese che si dedicò fra l'altro allo studio degli archivi musicali di S. Luigi -, e vuole essere un bilancio degli ultimi trenta anni di ricerca musicologica sulla musica a Roma nel XVII e XVIII secolo. Come ha scelto il programma? Dando ampio spazio alla musica vocale sacra. Privilegiando pagine meno note accanto a capisaldi del repertorio; cercando un costante confronto fra Barocco Romano e francese. Qual è il legame dei programmi con il genius loci? Nella scelta degli autori francesi, si è cercato di privilegiare i compositori di provenienza o comunque legati alle regioni di riferimento di ogni chiesa. Perché si alternano ensemble francesi ed italiani? Dato è organizzato dal Centre St. Louis de France, centro culturale dell'Ambasciata Francese presso la Santa Sede a Roma, è sembrato giusto alternare ensemble francesi ed italiani, tutti gruppi che si dedicano specificamente alla musica antica su strumenti originali, secondo la prassi filologica, e sulla base di una seria ricerca musicologica. In programma musiche di raro ascolto o recentemente riscoperte... Accanto a brani d'autori molto noti, abbiamo cercato di inserire nei programmi pagine di più raro ascolto a cominciare dal Vespro di Pietro Paolo Bencini, tra i compositori più in vista della Roma tra XVII e XVIII secolo, ma relativamente poco eseguito. Possiamo poi citare le pagine di Boismortier e Madin e soprattutto quelle di Joseph Valette de Montigny. Ancora, un oscuro Cantico Spirituale di Pierre Guédron e Père Maunoir Peuret. Infine i pezzi di Mondonville e Gouffet in programma. Naturalmente alcune di questi sono noti, ma ci è sembrato che la loro qualità meritasse una diffusione più ampia, e ci auguriamo che il nostro Festival, che intende rivolgersi al pubblico più vario, possa essere la giusta occasione. Perché il 'Concerto di anteprima' sarà invece eseguito su strumenti moderni (pianoforte e flauto) nonostante in un programma tutto musiche del '700? In ogni edizione, presentiamo un concerto d'anteprima con la funzione di "attualizzare" il Barocco Musicale. In questa seconda edizione, ci sembrava importante testimoniare che, certamente arricchiti dal movimento della prassi esecutiva filologica, si continua comunque a fare Musica Barocca su strumenti moderni, in quanto essa rappresenta un caposaldo della conoscenza e della pratica di ogni musicista, anche per dare ad un pubblico più vasto e meno specializzato la possibilità di ascoltarla. Mi può parlare della Sonata per flauto e pianoforte di Sergio Calligaris che verrà eseguita in prima assoluta? In questo contesto, ci è sembrato importante creare l'occasione per commissionare un nuovo lavoro a testimonianza del grande ruolo che la "commissione" ha avuto nell'incentivare la produzione del periodo Barocco. A Mauro Conti, flautista e mio partner musicale da molti anni, e a me è risultato naturale rivolgerci a Sergio Calligaris data la stima e l'amicizia. La Sonata op. 50 è una composizione in più movimenti, senza soluzione di continuità, molto articolata che dopo una breve introduzione, si apre con un tempo di giga, cui segue un movimento lento molto cantabile e dall'armonia molto ricercata. Si chiude con un Allegro moderato e marcato d'inaudita violenza sonora. Lavoro entusiasmante, rigoroso e molto impegnativo che siamo felici di presentare. (FrancoSoda)

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News in collaborazione con Accademia Nazionale di Santa Cecilia