La nuova stagione del Teatro La Fenice

Si apre il prossimo 20 novembre con La clemenza di Tito la stagione 2025/26 del teatro lirico presentata a Venezia dal neo-sovrintendente Nicola Colabianchi

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La clemenza di Tito
La clemenza di Tito

Presentato nella Sale Apollinee del Teatro La Fenice di Venezia il programma della stagione 2025/26 dal sovrintendente e direttore artistico Nicola Colabianchi con il responsabile delle attività di danza Franco Bolletta, il direttore generale Andrea Erri e la consigliera comunale e presidente della Commissione Cultura del Consiglio Comunale di Venezia Giorgia Pea in rappresentanza del Sindaco. Colabianchi esordisce con un elogio al teatro che definisce «in splendida forma, dalla funzionalità riconosciuta e riconoscibile, dove tutto gira come dovrebbe girare per merito di chi ci lavora e il lavoro dei dirigenti che hanno favorito il passaggio indolore» e non manca di mandare un saluto al predecessore Fortunato Ortombina, al quale attribuisce gran parte delle scelte della prossima stagione. Che sia in forma lo confermano anche le cifre sciorinate dal direttore generale Andrea Erri, che orgogliosamente cita il pareggio di bilancio per il quindicesimo anno di fila e i 6 milioni di incassi in questa prima metà dell’anno. Colabianchi informa anche su imminenti lavori sulla macchina scenica del Teatro La Fenice fra luglio e ottobre 2026 e di nuovo fra luglio e ottobre 2027 che porterà alla chiusura del teatro e al trasferimento temporaneo delle produzioni al Teatro Malibran e al Teatro Goldoni. A proposito del Teatro Malibran, Colabianchi ha ribadito la volontà di valorizzarlo facendone un hub internazionale del teatro musicale barocco.

Teatro La Fenice - Conferenza stampa Stagione 2025-2026
Teatro La Fenice - Conferenza stampa Stagione 2025-2026

Per quanto riguarda la nuova stagione, come già anticipato nelle scorse settimane l’inaugurazione è annunciata il 20 novembre con un nuovo allestimento de La clemenza di Tito affidata alla direzione di Ivor Bolton e alla regia di Paul Curran. Per il secondo titolo occorrerà aspettare il 23 gennaio 2026 quando andrà in scena il nuovo allestimento di Simon Boccanegra con la direzione di Renato Palumbo e la regia di Luca Micheletti. Ancora Verdi anche a Carnevale con la ripresa dell’inossidabile Traviata di Robert Carsen, spettacolo che marcò la ripresa dell’attività nel 2004 del teatro appena ricostruito, con la direzione di Stefano Ranzani. Dal 20 marzo torna il ciclo vivaldiano con Ottone in villa, già presentato in piena pandemia ma con un nuovo allestimento di Giovanni Di Cicco e il ritorno sul podio dell’esperto Diego Fasolis. Il 12 aprile torna Wagner, presenza piuttosto evanescente nel teatro veneziano, con un nuovo allestimento di Lohengrin firmato da Damiano Michieletto per la regia e Paolo Fantin per le scene, con la direzione di Markus Stenz e Brian Jagde nel ruolo del protagonista. Dal 24 maggio torna Carmen nel collaudato allestimento di Calixto Bieito che per questa ripresa sarà diretto da Francesco Ivan Ciampa. Una autentica rarità è annunciata dal 12 giugno con Enrico di Borgogna, prima opera rappresentata di Gaetano Donizetti, composta per il veneziano Teatro San Luca (oggi Goldoni) nel 1818, riportata alla luce al Donizetti Opera nel 2018 ma di rara esecuzione. Nel nuovo allestimento al Teatro Malibran la direzione musicale sarà affidata a Corrado Rovaris e alla regia di Silvia Paoli. Ultimo titolo sul palcoscenico principale dal 26 giugno prima della pausa estiva (e della successiva chiusura per lavori) sarà Venere e Adone, l’opera più recente di Salvatore Sciarrino, presentata nella stessa produzione della prima assoluta alla Staatsoper di Amburgo nella scorsa stagione con la direzione musicale di Kent Nagano e la regia di Georges Delnon.

Simon Boccanegra
Simon Boccanegra

Dopo la pausa estiva, la stagione riparte il 26 agosto al Teatro Malibran con la ripresa de L’elisir d’amore di Donizetti con la direzione di Francesco Ivan Ciampa e la regia di Bepi Morassi. A seguire, il 18 settembre ancora al Malibran andrà in scena il nuovo allestimento di Pagliacci di Leoncavallo con la direzione di Daniele Callegari e la regia di Andrea Bernard. L’ultima produzione della stagione sarà ospitata in ottobre al Teatro Goldoni: si tratta del dittico The Telephone di Giancarlo Menotti e Trouble in Tahiti di Leonard Bernstein con la direzione di Francesco Lanzillotta e la regia di Gianmaria Aliverta. 

Due i titoli lirici nel cartellone di Fenice Educational, il programma rivolto al segmento di pubblico più giovane. Collegata alle Olimpiadi invernali 2026 di Milano e Cortina e ispirata al progressivo scioglimento del ghiacciaio della Marmolada entro la fine del secolo a causa dei cambiamenti climatici sarà la nuova opera commissionata a Giovanni Sollima Piccolo orso e la montagna di ghiaccio su libretto di Giancarlo De Cataldo e la consulenza scientifica dell’Istituto di Scienze Polari del CNR. Il secondo titolo segna il ritorno di Pierangelo Valtinoni dopo il fortunato Pinocchio con Il piccolo principe, opera su libretto di Paolo Madron ispirata al celebre racconto di Antoine de Saint-Exupéry, tenuta a battesimo al Teatro alla Scala nel 2022.

Lohengrin
Lohengrin

La stagione sinfonica sarà inaugurata in novembre con un concerto brahmsiano diretto da Ivor Bolton che presenterà le Variazioni su un tema di Haydn, lo Schicksallied e la Terza sinfonia. Fra gli altri appuntamenti, il debutto sul podio dell’orchestra del teatro di Kazuki Yamada con la Seconda Sinfonia di Rachmaninov e il Concerto per violoncello e orchestra di Saint-Saëns con Ettore Pagano solista, e di Vincenzo Milletarì con Notturno di Martucci e il Concerto per pianoforte di Scrjabin con Gianluca Bergamasco solista. Il 9 febbraio arriva Gidon Kremer con la sua Kremerata Baltica, in aprile Markus Stenz sarà impegnato in musiche di Lebelle, Haydn e Schumann, Alpesh Chauhan in musiche di Smetana, Kodály e Sibelius, e in maggio Ton Koopman torna con un programma di musiche mozartiane (Ave verum corpus, Messa dell’Incoronazione e Sinfonia n. 40) e John Axelrod con un programma tutto americano con Route 66 di Daugherty, Appalachian Spring di Copland e la Sinfonia n. 2 di Charles Ives. Il 5 luglio 2026 Piazza San Marco accoglierà l’ormai tradizionale concerto estivo, che il prossimo 12 luglio sarà consacrato a Cavalleria rusticana in forma di concerto con la direzione Rico Saccani. Come anteprima di stagione, il prossimo 9 ottobre vedrà il ritorno di Riccardo Muti, che inaugurò la sala ricostruita del teatro nel novembre 2003, alla testa dell’Orchestra Cherubini con musiche di Mozart e Beethoven.

Infine, tre sono i titoli nel cartellone della danza che si apre a dicembre con Lo schiaccianoci coreografato da Wayne Eagling e Solymosi Tamás per il corpo di ballo dell’Opera nazionale ungherese di Budapest. Si prosegue il 6 maggio con una tappa veneziana della tournée per i 100 anni della fondazione della Martha Graham Dance Company con tre coreografie storiche e una novità di Hope Boykin e si chiude con l’Hamburger Kammerballet, nato da una costola dell’Hamburger Ballet con danzatori ucraini come atto di solidarietà concreta per la situazione dell’Ucraina, che presenta Hamlet con la storica coreografia di John Neumeier per Michail Baryšnikov e l’American Ballet, Variazioni su Petruška su musiche di Stravinskij e Dear Son con le coreografie  Sasha Riva e Simone Repele, danzatori e coreografi allievi di Neumeier, su una madre che compiange il figlio morto in guerra. 

In chiusura di conferenza stampa, sollecitato da una domanda di un abbonato presente in sala, il sovrintendente Colabianchi ha offerto qualche anticipazione dei titoli che ha in mente per le future stagioni, tutti lavori assenti da moltissimi anni dai cartelloni del Teatro La Fenice. Fra i titoli citati, I puritani di Bellini, La forza del destino di Verdi, La Gioconda di Ponchielli e L’amore dei tre re di Montemezzi.

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