La Fondazione Toscanini per Parma Capitale Italiana della Cultura 2020

Sabato 11 gennaio il concerto inaugurale con la prima assoluta dei 24 Capricci di Paganini nella versione per violino e orchestra di Roberto Molinelli

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Yury Revich
Yury Revich

Sabato 11 ottobre 2020 (ore 21.00) all’Auditorium Paganini di Parma, la Filarmonica Arturo Toscanini diretta da Roberto Molinelli con Yuri Revich violino solista sarà protagonista del concerto che la Fondazione Toscanini dedica all’inaugurazione delle iniziative che aprono questo 2020, anno che vede Parma Capitale Italiana della Cultura.

Tanti i rimandi incrociati che si intrecciano nella scelta di questa originale offerta concertistica, a partire dal rapporto storico tra la città di Parma e Niccolò Paganini: oltre ad essere sepolto al cimitero della Villetta della città emiliana, il compositore e virtuoso genovese è stato amico del conte Stefano Sanvitale e, nel 1834, fu convocato alla corte di Maria Luigia per la riorganizzazione della Ducale Orchestra di Corte.

Inoltre, proprio nel 2020 cadono i 200 anni dalla pubblicazione dei 24 Capricci op. 1, dati alle stampe in prima edizione da Ricordi nel 1820.

In questo quadro la Fondazione Toscanini ha pensato quindi di coinvolgere per questa speciale occasione un compositore del passato, qual è appunto Niccolò Paganini, e uno di oggi, invitando Roberto Molinelli a mettere a frutto la sua formazione classica e la sua indole versatile in un progetto ardito come quello titolato Capricci sinfonici per violino e orchestra, inedita orchestrazione dei 24 Capricci per violino solo op.1 del compositore genovese, che vedono lo stesso Molinelli in veste di direttore alla guida della Filarmonica Toscanini, affiancato da Yuri Revich e dal suo suo Stradivari del 1709 (prestito della Goh Family Foundation).

In questa rilettura dei Capricci paganiniani, Molinelli ha messo in gioco la sua conoscenza di tecniche, stili e forme, coniugandola a un istinto che lo porta a “giocare” – termine inteso nel senso anglosassone di play – con la musica stessa, contaminandola in maniera personale.

 «Quando nel 1820 Paganini pubblicò i suoi Capricci - – spiega lo stesso Molinelli – li aveva raccolti in tre volumi: i primi sei, poi gli altri sei, e successivamente i dodici rimanenti, e così ho impostato il mio lavoro. Alla base vi è la sfida lanciata dai Capricci all’esecutore che ho raccolto nell’orchestrarli, lasciando intonsa la scrittura paganiniana. Ma a mia volta ho osato, facendo assumere all’orchestra un ruolo spesso da co-protagonista assieme al solista. Quindi ho osato ancora collegando i Capricci attraverso dei ponti solamente orchestrali che fungono da raccordo, dando a tutta la composizione la forma di una lunga suite da concerto per violino e orchestra».

Per info: www.latoscanini.it

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