Classiche Forme 2023, settima edizione del festival ideato e diretto da Beatrice Rana

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Beatrice Rana (foto Simon Fowler - Warner Classics)
Beatrice Rana (foto Simon Fowler - Warner Classics)

“Classiche Forme 2023” sarà la settima edizione del festival che Beatrice Rana ha fondato quando aveva ventitré anni: non stupisce che una giovanissima e brillantissima pianista abbia avuto l’entusiasmo, il coraggio e quel pizzico d’incoscienza di tentare una simile impresa, ma quel che è veramente prodigioso è che abbia poi avuto la determinazione, la concretezza e la capacità organizzativa di portare avanti quest’idea e di farla crescere fino a diventare uno dei più interessanti festival italiani di musica da camera.

Dunque anche quest’anno Classiche Forme porterà dal 17 al 23 luglio a Lecce e in altre località del Salento un bel gruppo di eccellenti musicisti – in primis la fondatrice stessa, com’è naturale – impegnati in concerti di musica da camera che ai grandi capolavori affiancano autori e brani meno noti ma assolutamente degni d’essere ascoltati. Potrebbe sembrare una missione perfino scontata per un festival e infatti le ambizioni di Beatrice Rana sono più ampie, ma non destinate a restare nel libro dei sogni e in buona parte già realizzate. Lasciamo che sia lei a parlarcene, con la concretezza e la concisione che le sono proprie: «Eliminare le barriere tra palcoscenico e pubblico, accostare le tradizioni popolari salentine alla musica classica, presentare artisti dall’affermata carriera affianco a giovani emergenti, commissionare opere nuove, discutere su temi di attualità musicale, investire sul rinnovamento del pubblico: sono le prerogative fondanti di Classiche Forme. Il mio desiderio è quello di portare nel mio Salento tutte le emozioni che vivo suonando per il mondo, creando una forte connessione tra territorio, ospiti e musica».

Beatrice Rana (foto Simon Fowler - Warner Classics
Beatrice Rana (foto Simon Fowler - Warner Classics)

Venendo al programma, i concerti si svolgeranno principalmente in alcuni dei luoghi più preziosi di Lecce e in particolare nel Chiostro del Rettorato, con la novità di alcuni concerti notturni nei giardini pensili dell’Accademia di Belle Arti, delle Mura Urbiche e di Palazzo Maresgallo. Ma saranno coinvolti anche altri comuni salentini, come Casarano, Supersano e Galatina con la sua bellissima basilica gotica trecentesca di Santa Caterina d’Alessandria. E poi un’antica masseria, un’oasi verde dove sono stati piantati degli alberi donati dal festival e altre località ancora.

Il 15 luglio un “concerto per la città” sarà l’anteprima del festival: i Virtuosi di Sansevero eseguiranno le Quattro Stagioni  di Vivaldi e Le Quattro Stagioni di Buenos Aires di Piazzolla. Nel concerto inaugurale, il 17, Beatrice con la sorella Ludovica al violoncello e l’astro nascente del violino Stephen Waarts affiancano Respighi al coevo compositore Arensky, rivocando l’ambiente musicale russo del tempo degli inizi della carriera di Respighi a San Pietroburgo. Il 19 Beatrice suona con uno dei più grandi flautisti della nostra epoca, Emmanuel Pahud, e con il londinese Marmen Quartet, che sta facendo incetta di primi premi nei concorsi di mezzo mondo: in programma Mozart, Poulenc e Ligeti. Il 20 ancora il Marmen Quartet in Bartok, cui si aggiungono il già citato Waarts e il Teyber Trio per suonare l’Ottetto  di Mendelssohn, un capolavoro raramente eseguito a causa della difficoltà di mettere insieme l’organico richiesto. Il 23 si chiude con una maratona musicale: nella prima parte le Danze sinfoniche op 45 per due pianoforti  di Rachmaninov, nella seconda parte musiche per voce e pianoforte di Schubert, Liszt e ancora Rachmaninov, nella terza parte Il Carnevale degli animali  di Saint-Saëns. Tra gli interpreti il soprano Rosa Feola, Emmanuel Pahud e Beatrice Rana.

Questo non è che un breve assaggio di tutto quel che si potrà ascoltare. Ma il desiderio di non dilungarsi troppo s’infrange contro l’impossibilità di tacere del concerto che il 18 mette insieme due dei più noti violoncellisti italiani – e non solo italiani – ovvero Mario Brunello e Giovanni Sollima, in un impaginato che va dai Queen a Verdi e a Stravinsky. E come tacere di un monumento quali sono le Variazioni “Goldberg”di Bach, eseguite dal Teyber Trio in una trascrizione per trio d’archi? E come negare una citazione speciale alla prima assoluta di una composizione di Domenico Turi, resa possibile dalla sponsorizzazione di Elata, partner ufficiale del festival?

E poi gli incontri serali con la musica di Rachmaninov e di Poulenc, di cui ricorrono rispettivamente i centocinquant’anni dalla nascita e i sessanta dalla morte. Né si può passare sotto silenzio la partecipazione dei migliori talenti di scuole di perfezionamento di assoluta eccellenza, come Avos Project di Roma, Scuola di Musica di Fiesole e Accademia Nazionale di Santa Cecilia.

Qui il programma completo http://www.classicheforme.com/.

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