Alta tensione alla Fenice

Il caso Venezi non trova una soluzione: dopo il fallimento della mediazione del sindaco di Venezia, salta la prima del “Wozzeck” il 17 ottobre

SN

09 ottobre 2025 • 3 minuti di lettura

Volantinaggio davanti alla Fenice
Volantinaggio davanti alla Fenice

Non è servito a trovare una soluzione l’annunciato incontro durato oltre tre ore fra la Rappresentanza Sindacale Unitaria (RSU) dei dipendenti del Teatro La Fenice e i vertici del teatro seguito all’annuncio dello stato di agitazione proclamato lo scorso 27 settembre dopo la nomina di Beatrice Venezi a direttore musicale del teatro lirico veneziano. Si annunciava tempesta e la tempesta, puntuale, è arrivata. 

“In apertura, la RSU ha ribadito la richiesta di revocare la nomina del M.o Venezi a Direttore Musicale, come deliberato dall’ultima assemblea generale. – secondo quanto recita il comunicato della RSU – Il Sindaco ha proposto di avviare un percorso conoscitivo con il nuovo direttore designato, confermandone tuttavia la nomina. La RSU e le OOSS hanno dichiarato la propria disponibilità a intraprendere tale percorso solo a seguito della revoca preventiva della nomina del Direttore Musicale.” Risultato: la proclamazione di uno sciopero il prossimo 17 aprile in concomitanza con la prima di Wozzeck e l’indizione di un’assemblea pubblica aperta alla cittadinanza e ai colleghi delle altre numerose orchestre, che hanno espresso solidarietà al Teatro La Fenice. Dopo l’annunciata disdetta dell’abbonamento da parte di 160 abbonati del teatro, si prospettano dunque ulteriori danni economici alle casse del teatro a seguito dello stato di tensione che, al momento, non appare di facile soluzione. 

Fallisce, dunque, il primo tentativo di mediazione di Luigi Brugnaro, sindaco di Venezia e presidente della Fondazione Teatro La Fenice, che proponeva all’orchestra di “avviare un percorso conoscitivo con il nuovo direttore designato” senza tuttavia mettere in discussione la contestatissima nomina. Nomina per la quale, come ammesso dallo stesso Brugnaro, sono state fatte pressioni da Roma (“com’è normale che sia”) sul sovrintendente Colabianchi, difeso a spada tratta dal sindaco nonostante le aspre critiche sul metodo seguito: “Ho detto che il sovrintendente ha la mia fiducia, ha scelto in un certo modo, ha anche ammesso che la procedura è stata sbagliata, lo ha scritto in una lettera pubblica ai dipendenti. Poche persone ho visto farlo. Ha fatto un atto di coraggio.” Ammissione di colpa servita a poco come anche i suoi tentativi di mettere in evidenza i vantaggi che la nomina di Venezi comporterebbero: “Sono convinto che questa nomina potrebbe dare grande speranza al Teatro. Perché puntare su una giovane di 35 anni, che ovviamente non ha l’esperienza di una di settanta, ci propone delle sfide importanti.” 

Per la rappresentanza dei lavoratori, però, la questione centrale resta “il merito e la trasparenza, non le accuse personali” e su tale base “continuerà a difendere gli interessi dei lavoratori e la credibilità dell’istituzione Teatro La Fenice” insistendo sulla revoca preventiva della nomina prima di intraprendere un qualsiasi percorso comune. 

Mentre questa situazione di muro contro muro appare per ora senza una via d’uscita, circola l’indiscrezione di un piano del Ministro della Cultura che prevederebbe la nomina di una figura di mediazione come quella di un direttore artistico, incarico al momento assunto dallo stesso sovrintendente, gradito all’orchestra e ai vertici del teatro. La proposta sarebbe già stata accettata da Beatrice Venezi, che non intende fare un passo indietro e, anzi, minaccia azioni legali contro chi ha diffuso “gravi e infondate falsità” nella vicenda della sua nomina.