Le "suites" di Couperin

L’elegante retorica musicale di Louis Couperin restituita da Rinaldo Alessandrini

Rinaldo Alessandrini - Couperin
Disco
classica
Rinaldo Alessandrini
Louis Couperin: [Suites]
Naïve
2019

Organizzare il discorso musicale espresso dai preludi non misurati di Louis Couperin è un compito molto delicato per un clavicembalista, e sostanzialmente è la prima volta che Rinaldo Alessandrini propone la sua versione discografica di parte del repertorio del capostipite della illustre famiglia di musicisti francesi.

Nel saggio introduttivo del libretto del cd Alessandrini spiega le ragioni della sua scelta interpretativa, guidata da una riflessione sulla retorica e sulle strutture grammaticali e sintattiche della lingua francese dell’epoca del compositore, paragonando i preludi alla prosa e le danze alla poesia in linea con il pensiero di Davitt Moroney, curatore della edizione delle sue musiche. In sintesi i preludi non misurati potrebbero rappresentare una sorta di traduzione francese delle toccate italiane e, non come comunemente si è portati a credere, il risultato della prassi dell'improvvisazione.

Va ricordato che Couperin frequentò Froberger, durante il soggiorno parigino del musico tedesco che si era perfezionato con Frescobaldi a Roma, e che l’artista francese di riflesso ne assimilò la tecnica e l’inventiva. Il titolo del disco, [Suites], è posto tra parentesi quadre per ricordare che nelle due principali fonti che contengono la musica del compositore scomparso prematuramente, i manoscritti Parville e Bauyn, i preludi e le danze non sono organizzati e suddivisi in suite, e dunque è l’esecutore ad accostarli per aree tonali attorno al nucleo di base della sequenza allemanda, corrente, sarabanda e giga privilegiata dalla prassi tradizionale, arricchendola di volta in volta con altri movimenti di danza, come gavotte, minuetti e altro.

Alessandrini ha organizzato tre grandi suite, in la minore, fa maggiore e re minore, raccogliendo alcune tra le più belle e interessanti pagine del compositore che ha lasciato una importante e originale impronta nella scuola clavicembalistica francese. 

Se hai letto questa recensione, ti potrebbero interessare anche

classica

PODCAST | Early Music Stories #49

“L’opera del Re” di Lully splende a Versailles in forma di concerto

Paolo Scarnecchia
classica

PODCAST | Early Music Stories #46

Aria di Natale nel Barocco latino-americano dall’Europa del Nord

Paolo Scarnecchia
classica

PODCAST | Early Music Stories #45

I Concerti grossi di Corelli nel cuore dell’Accademia Bizantina

Paolo Scarnecchia