La direzione non è perfettamente a punto, la regia è sballata, ma i tre protagonisti salvano il Rigoletto dell'inaugurazione della stagione dello Sferisterio
Menotti polimorfico: librettista e compositore di due operine diversissime e anche regista, con risultati sempre sorprendentemente efficaci, nonostante la semplicità, per non dire banalità, dei mezzi usati
Un Don Giovanni affidato soprattutto all'eccellente cast, cui la regia di Proietti e le scene e i costumi di Conti forniscono un'elegante cornice più che un indirizzo interpretativo
In occasione del centenario della prima esecuzione, Adriana Lecouvreur torna all'Opera nel vecchio allestimento di Mauro Bolognini e ancora una volta seduce il pubblico col suo fascino spttile ma infallibile
Una regia ricca di idee e soprattutto molto teatrale, nonostante qualche teraggine di troppo e una bella direzione per dei Contes d'Hoffmann che hanno pienamente convinto il pubblico romano
Dopo le versioni francese (rappresentata anche in Italia, a Milano, per 4 sere), inglese e spagnola e prima di quelle russa e olandese, debutta la versione italiana di Notre Dame de Paris
Una buona esecuzione dell'ultima opera di Rimskij-Korsaov conferma pregi (solisti e complessi d'indubbio valore) e difetti (la polvere della routine) del Bolshoj
Gelmetti presenta in una luce nuova il Trittico pucciniano, proseguendo nella sua rilettura dell'opera italiana dei primi decenni del Novecento, in cui sta gradualmente scoprendo una modernità fino a ieri insospettata