Cecila Bartoli non si risparmia: diciotto pezzi che abracciano tutta l'età del barocco, per una dimostrazione impressionante di padronanza tecnica e sensibilità interpretativa.
Per l'orchestra e il pubblico un'occasione per iniziare la conoscenza con Antonio Pappano, futuro direttore musicale dell'orchestra romana, finora apparso rarissime volte in Italia.
Ottima realizzazione del Cordovano, che dimostra che quest'atto unico ha tutte le carte per essere rappresentato anche al di fuori degli obblighi connessi agli anniversari
Proseguendo nella sua tradizione di presentare Wagner in forma di concerto, l'Accademia di Santa Cecilia offre una bellissima esecuzione di "Tristano e Isotta".
Prima assoluta di un'opera di novant'anni fa: era un debito da assolvere, ma Marie Victoire non piaceva neanche a Respighi, che la lasciò nel cassetto.
La forte teatralità di Amadigi, opera dei primi e più fortunati anni londinesi di Haendel, si attenua ma non svanisce in un'esecuzione in forma di concerto.
L'austera e antiretorica musica di Pizzetti trova in Raimondi un validissimo interprete, ben sorretto da Bartoletti, ma il resto non è allo stesso livello.