Con coerenza quest'allestimento rilegge La Gioconda, liberandola da oleografia e grand-guignol, e dimostra che Ponchielli era perfettamente al passo coi tempi.

Prima rappresentazione italiana dell'opera d'esordio di Richard Strauss: un ascolto interessante e allo stesso tempo deludente, perchè sembra scritta da un timido studente più che da un giovane genio

Il Marat-Sade di Weiss si unisce imprevedibilemnte alle musiche di Vivaldi: ma è un unicum irripetibile più che la scoperta di una nuova forma di unione di teatro e musica.

Si è voluto creare a tutti i costi l'evento, sbandierando la regia (?) di Luciano Pavarotti, ma si è rischiato di trasformare un'opera in una festa paesana.

Una piacevole edizione dell'operetta di Strauss, in italiano e con interpreti italiani

Il Teatro dell'Opera di Novosibirsk porta a Roma una riuscitissima edizione dell'unica opera di Schnittke, che si conferma una dei più forti e vitali esempi di teatro musicale degli ultimi anni.

Matteo D'Amico e Sandro Cappelletto vincono la scommessa di riportare in vita l'opera comica

Questa volta Adalgisa è un soprano, come l'aveva pensata Bellini. Ma non è che uno dei problemi della Norma, molti altri restano aperti.

In una serata due piccoli capolavori del teatro novecentesco, diversissimi tra loro: l'asciutta rievocazione biblica di Stravinskij e la nostalgica rievocazione dell'infanzia di Ravel.

Michelel Mirabella passa dall'Elisir televisivo all'Elisir donizettiano e realizza una regia semplicissima ma gradevole, con il tono e il ritmo giusti.

Prima esecuzione italiana in tempi moderni - e probabilemnte anche prima assoluta - di un'opera di Händel, giuntaci in manoscritti incompleti e senza notizie sulla composizione e la rappresentazione

Muti, i solisti Ruth Ziesak, Anna Larsson, Herbert Lipppert e Adian Herod, i Wiener Sängerknaben, il Coro Maschile della Wiener Staatsoper, i Wiener Philharlmoniker: un magnifico spiegamente di musicisti per piccoli capolavori ingiustamente considerati trascurabili