Un bell'allestimento del Broucek va in scena presso la Volksoper di Vienna di fronte a un pubblico esiguo ma soddisfatto. Solido il cast e la prestazione dell'orchestra. Una regia avvincente conduce con soluzioni chiare attraverso una trama fitta e onirica fatta di molti piani temporali e spaziali.

Nel primo concerto del ciclo Pollini Perspektiven il pianista italiano ha affiancato la musica di Mozart a quella di autori contemporanei. Ovazioni finali dopo la Seconda Sonata di Pierre Boulez: un passo avanti nella comprensione e nell'accettazione della Nuova musica da parte del pubblico tradizionale?

Dopo anni di incertezze il Theater an der Wien ha definitivamente voltato le spalle al musical ed è stato (ri)inaugurato nella sua funzione originaria di teatro operistico. Prima di allestire la prima opera, però, si è preferito aprire la stagione con una forma più semplice e efficace, quella del gala.

Grazie a un cast eccezionale e a una lettura musicale precisa e drammatica, il pubblico ha accolto positivamente il nuovo allestimento del Lohengrin della Staatsoper di Vienna. Grande assente sulla scena: il cigno!

La prima nuova produzione della Staatsoper di Vienna propone un dittico formato da due opere che poco o niente sembrano avere in comune. Anche nelle scelte di regia e nel cast ci si muove in due universi quasi paralleli.

Una giovane compagnia viennese propone un progetto innovativo e originale presentando un oratorio di Händel in un cinema e accompagnando la rappresentazione scenica con delle immagini cinematografiche. Ma il tutto è ancora molto immaturo, grezzo, e in definitiva l'allestimento risulta monotono e poco accattivante.

La prima esecuzione austriaca del Knot Garden di Michael Tippett si è rivelata un allestimento soporifero e privo di idee pregnanti in cui anche l'ensemble e i cantanti hanno reso la partitura in maniera piatta e monotona.

Fino a qualche anno fa l'idea di una Carmen diretta da Harnoncourt era impensabile. Grazie alla frequentazione della musica di Offenbach, però, il direttore austriaco è inevitabilmente giunto a Bizet e ha contribuito con la sua lettura a rinnovare la storia della ricezione dell'opera.

L'ultima produzione annuale della Staatsoper di Vienna, Manon Lescaut di Giacomo Puccini, vede sul podio il suo direttore musicale Seiji Ozawa. Una regia controversa e una condotta orchestrale poco curata portano a risultati discutibili nonostante le buone prestazioni dei cantanti.

La tanto attesa drammatizzazione di Peter Sellars di due Cantate di Bach non ha avuto il successo che ci si aspettava ma ha perplesso e deluso il pubblico.

La Staatsoper di Vienna propone il primo allestimento austriaco di La lampada di Aladino di Nino Rota in una versione adattata e ridotta per bambini. Ottimo collettivo di cantanti per un'esecuzione brillante che lascia con il fiato sospeso bambini e adulti. Peccato che nella riduzione siano andate perse molte delle raffinatezze timbriche e strumentali dell'originale.

La nuova produzione del Lucio Silla delle Festwochen verrà ripresa il prossimo anno in occasione delle celebrazioni mozartiane. Il livello è altissimo, difficile andare ancora oltre, nonostante le numerose innovazioni nella regia e nella lettura musicale.