Successo della 'burletta per musica' del giovane Rossini, nella prima giornata di un Festival ricco di appuntamenti dedicati alla musica, danza, teatro e cinema dell'Europa centro orientale.

Prima assoluta del titolo di Amedeo Vives, più legato alla tradizione viennese che al folclore iberico, in uno spettacolo che ha riscosso pieno successo di pubblico al Festival dell'Operetta 2003.

Ritorna a Trieste "Tancredi" di Rossini, assente dal 1830, ma un'interpretazione poco attenta stilisticamente rende l'opera musicalmente pesante, malgrado la presenza di un buon cast vocale e di una regia innovativa nell'ambientazione.

"Rita ou e mari battu", divertente atto unico scritto da Donizetti nel 1841, approda a Trieste in un'ambientazione moderna che suscita qualche perplessità ma lascia intatta la vivacità e l'eleganza delle melodie del bergamasco.

Perplessità sull'allestimento scenografico, ma sostanziale apprezzamento del cast vocale e dell'orchestra del Teatro Verdi di Trieste, in un Elisir donizettiano guidato con maestria dalla bacchetta di Bruno Aprea.

A Trieste, "Big Bang Circus" di Ambrosini porta una storia della creazione del mondo affrontata con profondità e ironia, giocando sulle potenzialità di un originale linguaggio musicale.

L'ultimo lavoro di Bellini è stato rappresentato con successo a Trieste, soprattutto grazie alla bravura di un'Elvira splendidamente interpretata dal soprano spagnolo Mariola Cantarero.

Per il bicentenario del Teatro Verdi, una Ginevra di Scozia di Mayr con un buon cast vocale, che ha lasciato perplessi per quanto riguarda orchestra e allestimento, ma che alla fine ha comunque convinto il pubblico.

La collaborazione tra il 'Bolshoi' di Mosca e il 'Verdi' di Trieste ha reso possibile la messa in scena di un Boris Godunov di eccellente pregio vocale e di notevole effetto scenografico.

Daniel Oren dispiega a Trieste tutte le sue qualità di concertatore, in una Bohème portata al successo anche da un valido cast vocale e dalla buona prova dell'orchestra e del coro del Verdi.

Uno "Stiffelio" apprezzabile dal punto di vista musicale, ma drammaturgicamente non all'altezza del lavoro che l'opera di un Verdi minore - discontinuo e sperimentatore - richiedeva.