Il Mefistofele di Boito è andato in scena al Teatro Marrucino di Chieti in un nuovo allestimento che si è rivelato più un training per il giovane organismo abruzzese, che una produzione compiuta: molti i difetti e le lacune, distribuiti in tutte le componenti di uno spettacolo volenteroso, ma al di sotto di uno standard soddisfacente.

Acis and Galatea, pastorale in due atti di Haendel nell'orchestrazione di Mozart, è andato in scena con buon successo al Marrucino di Chieti in una coproduzione col circuito CittàLirica: ben risolte dalla regia le ambivalenze della partitura in coerenti elementi scenografici, l'allestimento ha convinto soprattutto nella prova della direzione e dell'orchestra e in alcuni elementi del cast vocale.

Il Flaminio di Pergolesi su libretto di Federico, commedia per musica dall'impianto sperimentale per i suoi tempi (1735) ma presago di quelli futuri, è andata in scena con buon successo nella nuova edizione critica curata dalla Fondazione Pergolesi Spontini: di ottimo livello la realizzazione, con qualche neo nei recitativi e in alcune soluzioni registiche.

Buon successo allo Sferisterio di Macerata per un allestimento del Simon Boccanegra che ha avuto i suoi punti di forza in un'intelligente gestione dello spazio scenico-acustico (trasparente nei confronti delle geniali intuizioni drammaturgiche verdine) e in alcune voci dalla resa interpretativa ottimale nei ruoli.

Una logica per elementi musicali differenziati e scissi, ricombinati e lasciati ingranare verso un'efficace quanto ambigua conclusione, contraddistingue il [mono]dialogo drammatico ¿Pia?, commissione e prima assoluta dell'Accademia Musicale Chigiana ad Azio Corghi: il compositore si è costruito il libretto dal primo lavoro teatrale della Yourcenar, dando rilievo - oltre ai personaggi - ad un coro madrigalistico dalla raffinata scrittura. Molto buona la prova degli interpreti.

Una drammaturgia del non-dicibile, dell'assenza, fatta di implosioni abbaglianti, contraddistingue il "Macbeth" di Salvatore Sciarrino, "tre atti senza nome" in prima italiana a Roma grazie ad una realizzazione di ottima qualità (sia interpretativamente, sia scenicamente).

Eduardo Notrica e l'Ensemble Musica della Corte, insieme a sei voci soliste di vario assortimento qualitativo, hanno proposto con discreto successo in prima italiana l'opera di soggetto allegorico Los Elementos, di Antonio de Lliteres. Responsabile degli spettacoli della corte borbonica a Madrid, Lliteres sintetizza le diverse tradizioni musicali nazionali, con un occhio di riguardo verso quella italiana.

Si conclude con un allestimento assai positivo, sotto tutti gli aspetti (vocale, registico, strumentale), il ciclo triennale dedicato dalla Stagione Lirica Teramana / Fondazione Tercas al teatro musicale comico italiano, con la realizzazione di due atti unici del Novecento: Agenzia matrimoniale di Hazon e Una domanda di matrimonio di Chailly hanno mostrato due aspetti (leggero e metateatrale il primo, graffiante e grottesco il secondo) di questo registro drammaturgico.

"Lalla Rukh ovvero Guancia di Tulipano, festa teatrale con canti e danza e una storia orientale di Aldo Busi" dal Festspiel berlinese "Lalla Rukh" di Spontini, commissione ad Azio Corghi e Busi del Festival Pergolesi Spontini, è andata in scena in prima assoluta a Jesi mostrando, come genuina e personale cifra, una drammaturgia sghemba, forse inevitabile nel ricreare quella ormai socialmente inarrivabile del masque aristocratico ancièn-régime, ma condotta comunque con una certa corenza nel montaggio degli elementi e nella stessa partitura corghiana.

Nell'Arena Sferisterio di Macerata, unica serata con nuovo allestimento del 2003 è stata quella che proponeva Cavalleria rusticana e Pagliacci con la regia (la prima lirica) di Massimo Ranieri: da uomo di teatro, Ranieri ha cercato di tirar fuori letture ed idee connesse con la condivisa matrice mediterranea ed adatte anche allo spazio della rappresentazione, con qualche discutibilità in alcuni particolari. Buona nella media la qualità interpretativa.

Un dittico che rilegge in maniera divergente la figura di Frankenstein è andato in scena, con risultati interpretativi e apprezzamento assai buoni, a Barga: al sarcastico e ambiguo concerto scenico di Gruber, è seguito un lavoro conciso ma drammaturgicamente denso di Battistelli, che rilegge la figura come androgina nella chiave della moderna creazione artistica.

El Cimarrón, recital per quattro musicisti (esecuzione in forma scenica) di Henze, è stato realizzato presso Macerata nella programmazione congiunta dello Sferisterio e del Festival Terra dei Teatri, in un ottimo ed incisivo allestimento: curato da Brockhaus, puntava tutto sull'elemento naturale della pietra e su un efficacissimo uso delle luci, oltreché su una componente interpretativo-musicale di ottimo livello. Successo pieno.