Tesori del jazz in Austria

La collana di vinili Ö1 Jazz Treasures pesca rarità nell'archivio della radiotelevisione nazionale austriaca

Ö1 Jazz Treasures
Articolo
jazz

Nel 2020 la radiotelevisione nazionale austriaca (ORF) ha inaugurato sul proprio label la collana di vinili Ö1 Jazz Treasures, giunta quest’anno alla terza pubblicazione.

Il pretesto per questa nuova serie era stato il ritrovamento nei propri archivi di una registrazione inedita di un concerto viennese – il primo in assoluto – del pianista Dave Brubeck. Il quartetto di Brubeck e Paul Desmond nell’autunno del 1967 si trovava in tournée in Europa e due concerti al Konzerthaus di Vienna il 12 novembre avrebbero dovuto essere la penultima tappa del tour, dopo un concerto ad Amburgo il 10 settembre. Fatto sta però che Desmond non si presentò all’aeroporto e quindi a Vienna sul palco si trovarono a suonare solo 3 dei 4 musicisti del quartetto. Ufficialmente l’assenza del sassofonista fu giustificata dandolo per malato, ma come invece si legge nella biografia di Doug Ramsey, il giorno dopo il concerto di Amburgo Desmond era rimasto impantanato tra i bar e i locali a luce rossa del quartiere di San Pauli, e si riunì al gruppo solo per l’ultimissima data della tournée, nella Salle Pleyel di Parigi. 

– Leggi anche: Dave Brubeck a dieci anni dalla scomparsa

Il Trio di Brubeck a Vienna andò in scena in due concerti sold out di fronte a circa 3.000 spettatori. Non si sa con certezza se la registrazione pubblicata (The Dave Brubeck Trio – Live At The Wiener Konzerthaus, 1967) sia quella del concerto pomeridiano o di quello serale. Le sei tracce del disco ("St. Louis Blues", "One Moment Worth Years", "Swanee River", "La paloma azul", "Someday My Prince Will Come" e "Take the A-train") sono state poi anche ristampate dalla Brubeck Edition, l’etichetta discografica fondata nel 2020 dai membri della famiglia dell’artista in occasione dei cento anni dalla nascita di Dave Brubeck, sia su CD che su vinile in occasione del Record Store Day 2022.

Ö1 Jazz Treasures

A detta del figlio Darius, Dave Brubeck si infuriò per l’assenza di Desmond – ma in fin dei conti questa registrazione è una splendida opportunità per ascoltare un Brubeck diverso, in un trio "forzato" con i due accompagnatori Joe Morello e Eugene Wright che rispetto al setting a cui siamo abituati dalle registrazioni in quartetto, si spingono molto di più in primo piano, con soli articolati ed estesi.

Venendo meno il fraseggio raffinato e filigrano di Desmond il sound risulta più aspro, ma sempre viscerale ed avvincente, rendendo questa registrazione – l'unica di Brubeck, Morello e Wright in trio – un prezioso documento storico.

Altrettanto preziosa da un punto di vista storico è la seconda produzione della collana Ö1 Jazz Treasures, la registrazione di un concerto solistico del pianista giamaicano Monty Alexander. Il 9 giugno del 1984 il pianista non si esibì in una delle affermate istituzioni concertistiche cittadine, ma in un piccolo caffè del centro città, davanti a circa 80 spettatori, un fatto che rende questo evento particolare e insolito. Il doppio LP (Monty Alexander – Solo. Café Wortner, Vienna 1984) presenta pezzi propri dal sapore caraibico, ma anche interpretazioni di classici di Duke Ellington, Nat Adderley o John Lewis. 

Come nel caso del trio di Brubeck, anche la storia di questa registrazione è peculiare: Fondato nel 1880, il Café Wortner riaprì al pubblico dopo un breve periodo di chiusura nel 1984 con un nuovo concetto di gestione, che tra le altre cose prevedeva una programmazione culturale con reading, mostre e concerti di esponenti della scena jazz viennese. Nel 1984 Monty Alexander a Vienna era già affermato e con il suo trio nel 1977 aveva già suonato al Konzerthaus. Ma fu Paul Polansky, batterista originario della Cecoslovacchia e amico di lunga data del pianista, che in un periodo di difficoltà personali ed economiche di Monty Alexander lo aiutò organizzando questa serata.

La registrazione trasmette l’intimità del concerto e all’ascolto trasporta nella dimensione semplice ma esclusiva della serata e lascia trapelare tra le frasi della musica la tensione e l’attenzione del pubblico.

Un ulteriore doppio LP è anche la terza e, al momento attuale, ultima produzione della collana. La registrazione di un concerto dei Blood, Sweat & Tears del 14 luglio del 1972 (Live at the Wiener Konzerthaus) è un documento preziosissimo, considerando il fatto che della tournée europea del gruppo nel 1972 fino a ora non esistevano registrazioni ufficiali.

Ö1 Jazz Treasures

Il gruppo a Vienna si presentò con il nuovo frontman Jerry Fisher e propose un programma avventuroso, evitando i vecchi successi (con l’unica eccezione di "You’ve Made Me So Very Happy" suonata come bis). La band si lanciò in un nuovo repertorio, suonando versioni live di alcuni dei pezzi che tre mesi più tardi sarebbero stati poi pubblicati nell’LP New Blood. Alcune delle tracce del live però sono vere e proprie rarità nel repertorio della band (per esempio "Back in ’57" di Steve Katz o una cover di "Time Remembered" di Bill Evans) e anche le versioni live, rispetto alla successiva pubblicazione in studio, colpiscono per i soli estesi (per fare solo un esempio, la combinazione di "Snow Queen" e "Maiden Voyage", che nell’album in studio dura 12 minuti, dal vivo viene estesa a 27 minuti). 

La collana Ö1 Jazz Treasures viene prodotta esclusivamente in vinile, con codici per download e booklet in tedesco e inglese dedicati alla storia delle registrazioni e dei concerti scritti dal musicologo e giornalista Andreas Felber, che oltre a curare la collana guida la redazione jazz del primo programma della radio austriaca. Una quarta produzione è in preparazione e uscirà nell’autunno del 2023. Proporrà registrazioni del 1969 di concerti a Vienna e Graz del Cannonball Adderley Quintet con il viennese Joe Zawinul al pianoforte.

E chi sa quali altre sorprese usciranno nei prossimi anni dagli archivi della radio austriaca a documentare, tra le altre cose, i tempi gloriosi in cui le radio nazionali disponevano ancora dei mezzi finanziari sufficienti per produrre tali perle e svolgere così pienamente il loro servizio pubblico e adempiere il loro mandato di funzione educativa.

Se hai letto questo articolo, ti potrebbero interessare anche

jazz

Per il ciclo di articoli #Womentothefore #IWD2024, la sassofonista e compositrice inglese Asha Parkinson

jazz

Per il ciclo di articoli #Womentothefore #IWD2024, scopriamo la cantante e compositrice tedesca Miriam Ast

jazz

Per il ciclo #Womentothefore, un ritratto della giovane tubista in ascesa sulla scena francese