Musica che attraversa le Marche
Intervista a Francesco Di Rosa per la stagione FORM 2026
20 dicembre 2025 • 5 minuti di lettura
In collaborazione con FORM – Orchestra Filarmonica Marchigiana
Francesco Di Rosa è riconosciuto come uno dei migliori oboisti al mondo. Già primo oboe del Teatro alla Scala e dell’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, attualmente Professore al Conservatorio della Svizzera Italiana di Lugano, è regolarmente invitato a suonare nelle maggiori istituzioni concertistiche europee. Marchigiano di Montegranaro, dal 2024 è direttore artistico della FORM – Orchestra Filarmonica Marchigiana. Gli abbiamo chiesto di parlarci del ricco programma della stagione FORM 2026, che si estende da gennaio a maggio con oltre ottanta concerti.
Come l’anno scorso, la stagione della FORM s’intitola Musicattraverso. Cosa significa?
Significa che la stagione attraversa le epoche e i generi della musica, dal repertorio barocco al classico fino al contemporaneo. Nei programmi che portiamo in giro per le Marche dedichiamo attenzione a linguaggi diversi: dalla musica per il cinema ai brani commissionati a giovani compositori. L’idea di “attraversamento” riguarda anche le generazioni e il pubblico: cerchiamo di costruire un’offerta il più possibile eterogenea, che affianchi proposte raffinate a titoli più noti, perché tutta la musica è bella e può parlare a chiunque. Un esempio è il concerto con Dardust, compositore-pianista pop ma con una solida formazione classica, che presenterà una sua Suite. Nella seconda parte del concerto eseguiremo la Sinfonia n. 40 di Mozart: in questo modo chi arriva per Dardust può scoprire uno dei capolavori del repertorio sinfonico. Musicattraverso è questo: un percorso tra stili e linguaggi diversi, per mostrare la ricchezza di ciò che un’orchestra sinfonica può offrire.
Per quanto riguarda gli artisti, ci sono delle novità rispetto alla stagione passata? O c’è più un’idea di continuità?
C’è sicuramente un’idea di continuità con la stagione scorsa, con il ritorno di artisti affermati come Alexander Lonquich, Albrecht Mayer, Matthias Bamert, Federico Mondelci, Marco Scolasatra e Luigi Piovano. C’è anche una collaborazione stabile con due direttori di riferimento, Manlio Benzi e David Crescenzi, presenti già nelle scorse stagioni e con cui abbiamo costruito nel tempo un rapporto che ho voluto confermare e approfondire. Accanto a queste conferme, introduciamo nuovi direttori e grandi solisti: Enrico Dindo, Danilo Rossi, Alessandro Taverna e alcune prime parti dell’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, come Andrea Oliva (primo flauto) e Andrea Zucco (primo fagotto). Un’altra novità riguarda l’artista in residenza: l’anno scorso erano Lonquich e Luigi Piovano, quest’anno è Alessio Allegrini, primo corno di Santa Cecilia.
Cosa comporta il ruolo di artista in residenza, ricoperto da Alessio Allegrini, e come sarà valorizzato?
Il ruolo di artista in residenza prevede una doppia veste di solista e direttore. Allegrini è uno dei più grandi cornisti del mondo: come solista interpreterà il Concerto per corno n. 1 di Strauss, uno dei suoi cavalli di battaglia, e come direttore la Sinfonia n. 3 “Scozzese” di Mendelssohn.
In un altro programma sarà invece protagonista insieme a me, Andrea Oliva e Andrea Zucco per la Sinfonia concertante per fiati di Mozart. È un brano che abbiamo eseguito lo scorso giugno con l’Orchestra di Santa Cecilia sotto la direzione di Kirill Petrenko, a Roma e poi alla Scala, con un successo straordinario: per me è un grande onore poterlo riproporre nei teatri marchigiani.
La FORM è un’orchestra itinerante, senza sede fissa. Quanto conta la presenza sul territorio e il rapporto con le Marche?
La presenza capillare sul territorio è un obiettivo di tutte le ICO (Istituzioni concertistico-orchestrali), ma per noi lo è particolarmente. La FORM tocca 23–24 sedi diverse in tutte le Marche, dai piccoli comuni ai capoluoghi, e in alcune di queste realizziamo vere e proprie stagioni da cinque a nove concerti. Abbiamo stagioni in abbonamento ad Ancona, Fabriano, Fermo, Macerata, San Severino, Osimo, Chiaravalle e Jesi – che è la nostra sede “storica” – ma siamo presenti anche a Pesaro, Fano, Senigallia, Urbino, Tolentino, Ascoli Piceno, Montegranaro, Civitanova Marche, Recanati e comuni molto piccoli come per esempio Arcevia. Attraversiamo le Marche in lungo e in largo: anche questo è parte del senso di Musicattraverso. Il legame con questa regione è anche personale: io sono marchigiano, mi sono formato al Conservatorio di Fermo, a vent’anni sono andato via ma torno sempre qui con piacere.
L’attenzione alle nuove generazioni è un altro tema centrale della stagione.
Sì, innanzitutto ai giovani interpreti. Quest’anno, per esempio, l’esecuzione del Requiem di Verdi coinvolge i Conservatori di Pesaro e Fermo: circa 35–40 studenti saranno formati e inseriti in orchestra come professori a tutti gli effetti, con regolare contratto. Per alcuni di loro si tratta della prima esperienza professionale. Anche le recenti audizioni all’interno dell’orchestra hanno mostrato la partecipazione di molti giovani musicisti. Poi l’attenzione va anche ai giovani compositori, ai quali commissioniamo nuove opere, anche brevi o, magari, ispirate alle Marche, per incuriosire il pubblico a un ascolto diverso e superare la diffidenza verso la musica contemporanea.
Anche i prezzi e le collaborazioni vanno in questa direzione?
Sì, l’attenzione ai giovani passa anche da una politica dei prezzi: per tutti gli studenti delle istituzioni musicali marchigiane il biglietto costa 5 euro. Abbiamo poi da tempo un rapporto di collaborazione con l’Università di Ancona e, a partire da quest’anno, di Urbino, dove portiamo concerti aperti a tutti ma pensati soprattutto per gli studenti. Allo stesso tempo lavoriamo in sinergia con i principali enti musicali della regione, collaborando con società di concerti e associazioni attive su tutto il territorio. È un lavoro molto impegnativo di preparazione e condivisione di progetti e date, ma solo lavorando insieme si ottengono buoni risultati.
Com’è stata la risposta del pubblico e qual è l’appuntamento da non perdere?
La risposta del pubblico è stata molto incoraggiante e gratificante. La campagna abbonamenti sta andando bene, e anche lì i prezzi sono contenuti: preferiamo riempire le sale piuttosto che puntare sull’incasso, e offrire interpreti e programmi di qualità. Tengo infine a menzionare che la FORM, accanto alla stagione di concerti, porta avanti un’intensa attività didattica nelle scuole, e vorrei anche ricordare i concerti della serie “Family” a 5 euro, sempre pieni: quest’anno portiamo Pierino e il lupo di Prokof’ev. Se devo indicare un appuntamento da non perdere, direi il Requiem di Verdi la settimana prima di Pasqua: un progetto monumentale, con sei date, il coinvolgimento dei giovani in orchestra, il Coro regionale ARCOM e quattro solisti straordinari diretto da Manlio Benzi.