L’uscita del terzo disco dedicato al ricchissimo catalogo della Disques Debs ci offre lo spunto per ripercorrere la storia di questa etichetta della Guadalupa.
Poco prima che la musica zouk desse alle Antille francesi il loro momento di gloria sul tetto del mondo musicale afro-francofono, le isole di Guadalupa e Martinica erano conosciute per lo stile musicale detto cadence (o kadans) – una combinazione chiaramente caraibica di big band haitiane, mini-jazz e gruppi di compas, con calypso, reggae e rumba da Cuba e Congo, insieme alla nativa biguine.
Nel 2018 l’etichetta inglese Strut Records ha iniziato a pubblicare una serie di raccolte pescando nell’archivio di Disques Debs, l’etichetta discografica più a lungo attiva e più prolifica dei Caraibi francesi. Fondata dallo scomparso Henri Debs (nato in Guadalupa ma di origine libanese) nel 1959, questa etichetta ha dato alle stampe, in circa cinquant'anni di attività, più di duecento album e trecento 45 giri di talenti creoli, e svolto un ruolo fondamentale nel portare la musica di Guadalupa e Martinica a un pubblico più vasto.
Disques Debs International Vol. 1 – An Island Story: Biguine, Afro Latin & Musique Antillaise 1960-1972, come già detto uscita nel 2018 e compilata da Hugo Mendez e Emile Omar, si occupa del primo decennio dell’esistenza della casa discografica e dunque delle big band, delle celebrità locali dell’epoca, delle band itineranti (le touring band che passavano di isola in isola) e di quella nuova generazione di artisti che si sarebbe pienamente affermata alla fine degli anni Sessanta.

I primi brani erano “catturati” su un registratore a due tracce nel retro del negozio di abbigliamento che Debs aveva a Pointe-à-Pitre, e si passava dal suo sestetto che suonava biguine percussive al giovane sassofonista Edouard Benoit, leader del gruppo Les Maxel’s e arrangiatore di fiducia per i gruppi di Debs.
Altri artisti presenti sono le big band come Orchestre Esperanza e Orchestre Caribbean Jazz, il poeta nonché personaggio radiofonico Casimir “Caso” Létang e l’artista del folk gwo ka Sydney Leremon. Inoltre all’epoca Debs guadagnava registrando artisti stranieri in tour nell’isola all’inizio degli anni Sessanta, tra cui il trombettista haitiano Raymond Cicault (leader del gruppo Volcan) e il capobanda originario di Trinidad Cyril Diaz.
Se la musica cadence vi ha incuriosito, nel 2020 la Strut Records ha messo in circolazione Disques Debs International Vol. 2: Cadence Revolution, la celebrazione degli anni Settanta visti attraverso le uscite dell’etichetta di Henri Debs.

A giudicare dall’archivio della Debs, gli anni Settanta sono stati un periodo stilisticamente diverso nelle Antille francesi. Ci sono canzoni incentrate sulle chitarre, chiaramente indebitate con la tradizione haitiana, eseguite da artisti come Tabou No. 2 e Smoke. Ma c’è ancora la biguine jazzata influenzata dalle big band: mi riferisco a quella di Ti Celeste, “Moin Envie Danser on Belle Biguine”, che culmina in un’ipnotica domanda-e-risposta su un tappeto di percussioni.
La Guadalupa aveva studi di registrazione invidiabili se paragonati a quelli delle isole vicine, così il cadence-lypso pilotato dai fiati proveniente dalla Dominica è spesso presente e i Midnight Groovers contribuiscono con una canzone che è così reggae da essere in inglese.
“Ping Pong” di Guy Conquette & Son Groupe ebbe così successo da essere re-interpretata dal leggendario gruppo della Colombia caraibica Wganda Kenya col titolo “Pim Pom”.
Celebrazione della cadence revolution, questa compilation ne mette in mostra anche la fine. La scena musicale delle Antille è colpita duramente dai sound system a buon mercato dell’era della disco – e se il pezzo “Disco Funk” dei Galaxy può essere indicativo, i gruppi dell’isola non erano pronti a infilarsi nel cosiddetto four-on-the-floor – ma un gruppo di antillani espatriati a Parigi stavano per infiammare il mondo con lo zouk.
Il secondo brano di questa compilation - con una chitarra debitrice nei confronti della musica congolese –, è “Ambiance Vikings (Guhe Huiamo)” di Les Vikings de la Guadeloupe, i cui membri andranno avanti a mescolare funk, chitarre dell’Africa Occidentale e rock con i beat del carnevale isolano e i fiati tipici della soca per creare il fenomeno dello zouk, portato poi al successo mondiale da Kassav’.
Ed eccoci arrivati ai giorni nostri e al terzo volume, Mizik Maladi: Zouk, Boogie & Gwo Ka Moderne 1982-1993. Come abbiamo visto, a partire dall’inizio degli anni 80 Henri Debs è già riconosciuto come un produttore molto prolifico con un numero di pubblicazioni discografiche ineguagliato in Guadalupa e Martinica. Dalle sue umili origini, Disques Debs si è evoluta in un moderno e potente studio di registrazione ubicato a downtown Pointe-à-Pitre, negozi di dischi e strumenti musicali in Guadalupa, in Martinica e a Parigi, un nightclub a Le Gosier (Guadalupa) e accordi di distribuzione internazionale per raggiungere l’Europa, gli Stati Uniti e il Sudamerica. L’etichetta ha unito generi tradizionali come biguine e gwo ka con stili contemporanei come cadence, compas e zouk, quest’ultimo diventato un fenomeno globale negli anni 80 grazie a gruppi come Kassav’ e Zouk Machine. E poiché “lo zouk è l’unica medicina che abbiamo”, lasciamoci curare dai ritmi del gruppo di Jacob Desvarieux e Jocelyne Béroard.
Il periodo preso in esame da questo terzo volume ha visto Disques Debs sostenere una nuova generazione di musicisti, continuando a mantenere legami con figure leggendarie dei decenni precedenti.
Questo nuovo capitolo – curato, come già i due precedenti, da Hugo Mendez e Emile Omar – non si limita a celebrare l’incredibile eredità di Henri Debs ma offre anche un’istantanea dell’epoca d’oro della musica caraibica, innalzando Disques Debs al rango di istituzione culturale.
P.S. Il termine biguine è comparso più volte nelle righe precedenti e allora lo celebriamo una volta di più con l’incredibile ballo di Fred Astaire e Eleanor Powell sulle note della celebre canzone di Cole Porter “Begin the Beguine".