Il canto della natura

Brunello apre il ciclo di concerti ad Arte Sella

(Fucina Verde - Copyright Arte Sella - Foto Emmanuele Coltellacci)
(Fucina Verde - Copyright Arte Sella - Foto Emmanuele Coltellacci)
Recensione
classica
Fucina Arte Sella
18 Giugno 2017
Fucina Arte Sella, come dice la parola stessa, è un luogo dove si crea, un laboratorio dove si progetta e si sperimenta, luogo privilegiato a doppio senso per chi propone - Mario Brunello assieme ad altri grandi interpreti italiani – e per chi fruisce e si rende disponibile ad un ascolto responsabile, dove nulla è frutto del caso, di una convenzione o di un’abitudine, ma al contrario è ricerca, gioco, sfida. Il tema dell’edizione 2017 è quanto mai aderente al particolarissimo museo d’arte contemporanea vegetale della Val di Sella, nel Trentino orientale, ossia il canto della natura. La prima declinazione di quattro concerti, che si svolgeranno lungo l’arco di tutto l’anno, presentava The Canticle of the Sun of St. Francis of Assisi di Sofija Gubajdulina. L’opera della compositrice tartara, dedicata al grande Mstislav Rostropovič nell’occasione dei 70 anni, è un flusso unico di energia dove la musica non è mezzo per aggiungere espressività alle parole del Cantico delle creature (recitate infatti e non cantate dal coro) bensì voce umana nel violoncello solo, la cui anima è amplificata dagli interventi delle percussioni e delle voci. Mario Brunello calza perfettamente il ruolo del sangoma, creando suoni di bellezza ultraterrena e tessendo fili di collegamento tra i battiti e fremiti, tra legni e respiri. La natura – quella reale del bosco e quella invocata dal santo – e l’umanità – quella semplice e spirituale di Francesco e quella vivida dei presenti, pubblico e interpreti – erano in continuo dialogo, in uno scambio talmente fitto da perdere i confini. Una per tutte, la suggestione del finale, dove il violoncello terminava cercando suoni sempre più alti ed evanescenti che, scomparendo, rendevano udibili i cinguettii del bosco, in un passaggio di testimone che portava la musica ancora più in alto, in senso fisico e spirituale, restituendola all’universale. Nelle fucine di Arte Sella la musica non è mai sola, ma nessun’altra opera, spiegava Brunello, era possibile accostare a questa composizione se non la parola, pregevole e scolpita, di Enzo Bianchi, priore della comunità monastica di Bose. La sua lettura del Cantico, diretta ed immediata, ci restituisce un uomo – ormai malato e cieco quando lo scrisse - amante della bellezza, che sapeva attraversare la materia e vedere dentro il segno del Creatore. Parole, suoni, suggestioni che hanno rapito i duecento presenti, seduti sulla terra di un anfiteatro naturale all’ombra degli alberi, e che dopo due ore di ascolto consapevole lasciavano la valle colmi di gratitudine.

Interpreti: Coro del Friuli Venezia Giulia; Blow Up Percussion; Mario Brunello - violoncello; Padre Enzo Bianchi

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