Una rondine non fa primavera

Gianluigi Gelmetti dirige con grande successo la prima volta della Rondine a Londra.

Recensione
classica
Royal Opera House (ROH) Londra
Giacomo Puccini
07 Maggio 2002
Il sucesso de La rondine dopo la prima assoluta a Montecarlo, il 27 Marzo 1917, fu accompagnata da violenti attacchi da parte della stampa francese, che vedeva in Puccini, dichiaratosi neutrale all'inizio della guerra, un sostenitore della corrente filo-tedesca. Il lavoro stesso era stato inizialmente commissionato dal Karltheater di Vienna, che aveva richiesto a Puccini "un'operetta" sullo stile di Leàhr (per quanto Puccini avesse poi optato per un lavoro "sullo stile del Rosenkavalier"), ma l'inizio della guerra aveva compromesso ogni possibilità di rappresentazione in suolo austro-tedesco. Puccini quindi si ritrovò con un lavoro che nessuno voleva rappresentare, indipendentemente dal suo valore artistico, e tentò di offrirlo a vari teatri, tra cui il Covent Garden di Londra, ma anche qui senza successo, e la presente nuova produzione è in realtà la prima assoluta del lavoro sul palcoscenico londinese. Tra tutti i lavori pucciniani Rondine è sicuramente quella che avuto più problemi ad affermarsi nel repertorio, e la recente popolarità è in parte dovuta alla coppia Georghiu-Alagna, che dopo averla registrata con Antonio Pappano ne hanno fatto un cavallo di battaglia del loro repertorio. La nuova produzione sembra costruita come veicolo per la coppia d'oro dell'opera internazionale, ma questo non va certo a discapito della performance, ancor più che Antonio Pappano, futuro direttore musicale della Royal Opera, cede il posto sul podio a Gianluigi Gelmetti, il quale ancora una volta dimostra di meritare a pieni voti la sua fama di specialista pucciniano. Sotto la sua direzione questa partitura spesso sottovalutata prende vita, e l'attenzione all'orchestrazione mette in risalto come il riferimento Straussiano fosse ben giustificato. Tito Ricordi aveva definito il lavoro "Lehàr mal riuscito", ma Gelmetti, con una grande attenzione ai dettagli e soprattutto una ineccepibile scelta di tempi che fa scorrere il lavoro quasi liquidamente, dimostra come La rondine sia Puccini a tutto tondo. I limiti di questa "commedia lirica" sono evidenti, ma non sono certo limiti di carattere musicale, e sono dovuti ad un libretto la cui debole struttura drammatica Puccini aveva sottolineato più volte, e la cui poesia sembra composta con un rimario di trecento parole. Non sorprende che Georghiu ami questo lavoro: il suo personaggio, Magda, la "rondine" del titolo, è in scena dall'inizio alla fine, e le consente molte occasioni di sfoggiare non solo l'eccezionalità del timbro, ma anche una incredibile tecnica vocale. Il personaggio di Alagna, Ruggero, ha un ruolo più secondario, che egli svolge tuttavia con sicurezza di tono. La coppia centrale è bilanciata, secondo le regole della commedia, da una coppia comica, Lisetta e Prunier, interpretati da Cinzia Forte e Charles Workman, che in alcuni momenti sembrano rubare lo spettacolo, Forte con esuberanza e comicità, Workman con la presenza scenica, purtroppo non sempre accompagnata da bellezza di tono. Le lussureggianti scene di Ezio Frigerio, in cui traspare una forte ascendenza klimtiana, hanno un'opulenza che sembra essere sempre più rara sui palcoscenici operistici, per quanto le luci di Vinicio Cheli sembrino mancare di inventiva, ed i costumi di Franca Squarciapino hanno contribuito a costruire una atmosfera deliziosamente "belle epoque". La regia di Nicolas Joel è estremamente tradizionale, al punto di cedere qua e là alle tendenze istrioniche dei protagonisti, in particolare nel finale, dove Magda, invece di abbandonare la scena, prende il centro nel palcoscenico, non lasciando alcun dubbio su chi sia la vera protagonista del lavoro. La rondine sembra essere costruita in alcuni momenti a tavolino sulla struttura di Bohème, ed è allo stesso tempo una Traviata troppo pragmatica per conquistare l'immaginario collettivo, ma non ci sono dubbi che quando eseguita a questi livelli costituisca una piacevolissima serata di teatro.

Note: co-produzione con Toulouse

Interpreti: Gheorghiu, Forte, Alagna, Workman, Rinaldi, Broadbent, Wedd, Doyle, Williams, Miura, James

Regia: Nicolas Joel

Scene: Ezio Frigerio

Costumi: Franca Squarciapino

Orchestra: Orchestra della Royal Opera House

Direttore: Gianluigi Gelmetti

Coro: Coro della Royal Opera House

Se hai letto questa recensione, ti potrebbero interessare anche

classica

Piace l’allestimento di McVicar, ottimo il mezzosoprano Lea Desandre

classica

A Bologna l’opera di Verdi in un nuovo allestimento di Jacopo Gassman, al debutto nella regia lirica, con la direzione di Daniel Oren

classica

Napoli: il tenore da Cavalli a Provenzale